Arezzo - Cortona - Sansepolcro

«Fermare lo shopping nei giorni di festa» Il messaggio del Vescovo alla città di Arezzo

Carissimi,fra qualche giorno Arezzo tornerà ad inginocchiarsi davanti all’immagine prodigiosa della Vergine Maria. E’ la festa della Madonna del Conforto che la città vive con uno slancio che ha pochi eguali in Italia e che è la dimostrazione luminosa della devozione filiale di una terra alla Vergine.Era la notte del 15 febbraio 1796 quando la terracotta annerita della Madonna custodita nell’Ospizio del Padri Camaldolesi, vicino a Porta San Clemente, divenne bianca e lucente di fronte agli avventori che l’avevano invocata perché liberasse la città dal terremoto e della paura. La loro supplica venne ascoltata e le ripetute scosse, cominciate pochi giorni prima, cessarono.Da oltre due secoli la data del 15 febbraio è diventata un giorno di festa per l’intera città di Arezzo. E proprio il tema della festa è più che mai attuale. La domenica è per i cristiani il primo di tutti i giorni, la prima di tutte le feste, il giorno del Signore. Essa ha al centro la celebrazione dell’Eucaristia che fonda e conferma tutto l’agire cristiano.La domenica è anche il tempo del riposo che è un tempo propizio e che non può venire meno. Il padre che fa del lavoro la sua religione sacrifica la famiglia; la commessa che per questioni di contratto deve essere in servizio sette giorni alla settimana vede messe a rischio i suoi affetti e le sue relazioni sociali; il professionista che non conosce soste nel lavoro diventa schiavo della bramosia del fare e del guadagno.Il lavoro acquista il suo significato quando si guarda al giorno del riposo che deve essere un «tempo in cui mi dedico agli altri» piuttosto che un «tempo che mi prendo per me». Nell’attuale società si ha l’abitudine di rapportarci alle cose e agli altri in termini di consumo e di assimilazione. Il rischio è quello di lavorare per consumare e consumare per lavorare.Ormai il modo di vivere la festa è cambiato: la domenica è diventata una occasione di shopping. Favorisce questo cambiamento di prospettiva la presenza massiccia delle grandi gallerie degli acquisti che non conoscono chiusure settimanali e che sono diventate le nuove «cattedrali» della domenica. E contribuiscono a questa evoluzione anche alcune politiche che costringono gli esercenti a tenere aperti i negozi senza giornate di riposo. L’aver ridotto il cuore delle nostre città a «centri commerciali naturali» e permanenti ha snaturato il giorno della festa fino a farne un invito al consumo intenso.Durante la visita pastorale ho potuto raccogliere i rammarichi dei commercianti della nostra città che per fronteggiare le aperture domenicali sono chiamati a cancellare il riposo dalla loro agenda personale. Nei giorni scorsi anche le commesse hanno denunciato turni di lavoro intollerabili che non contemplano la domenica come giorno del riposo. Quando la festa si trasforma in una corsa agli acquisti, il tempo del riposo perde il suo vero valore ed assume soltanto una valenza economicistica.Per arginare un fenomeno che si sta imponendo in modo sempre più pervasivo, serve fermare lo shopping nel giorno del Signore e riscoprire il valore profondo della festa e del riposo, restituendo alla domenica il suo carattere relazionale. Le famiglie rinuncino a trascorrere la loro domenica col portafoglio in mano, i negozianti siano messi nelle condizioni di poter passare la giornata lontano dal loro punto vendita, le città tornino a offrire momenti di incontro culturale e occasioni di svago.Infatti, la festa è sempre festa della comunità ed esprime la gioia e la ricchezza dell’incontro e della condivisione. Ecco perché il vero soggetto della festa non è l’«io» consumistico, ma siamo «noi» con il carico di legami e l’investimento di affettività che la vita comunitaria comporta. In una dinamica relazionale la domenica sarà santificata guardando alla famiglia e agli amici, rivolgendo l’attenzione a chi soffre ed è solo, dedicandosi a quanto favorisce la crescita interiore.Mentre sfileremo in preghiera dinanzi all’immagine della Madonna, chiediamo alla nostra celeste patrona che le comunità sappiano riscoprire nei giorni di festa e di riposo l’occasione preziosa per incontrare nei nostri fratelli il volto di Gesù.Maria, Madre del Conforto, cammini accanto alla nostra Chiesa e incoraggi ciascuno di noi ad una vera conversione dei cuori. Gualtiero BassettiVescovo

Il monito alla vigilia della festa della Madonna del Conforto