Comincia il conto alla rovescia per il più importante appuntamento culturale dell’anno in Italia. Il 31 marzo si alzerà il sipario sulla mostra dedicata al genio del Quattrocento che fino al 22 luglio si snoderà lungo le strade della provincia.Mai prima d’ora l’aretino aveva reso omaggio a Piero della Francesca con una vetrina d’arte dietro cui ci sono il ministero dei beni culturali, la Soprintendenza, la Regione, la Provincia, tre Comuni, la Comunità montana della Valtiberina, la Camera di Commercio e Banca Etruria. In tutto potranno essere ammirate più di cento opere. Quelle di Piero saranno una decina. Sei sono già custodite nell’aretino: la Leggenda della Vera Croce (in alto) e la Maddalena ad Arezzo, la Madonna del Parto a Monterchi, la Resurrezione, il Polittico della Misericordia e il San Giuliano a Sansepolcro, paese natale dell’artista; almeno cinque arriveranno ad Arezzo: il San Girolamo delle gallerie dell’Accademia di Venezia, il ritratto di Sigismondo Malatesta del Louvre di Parigi, il dittico dei duchi di Urbino (a destra) che per la prima volta lascia gli Uffizi di Firenze, la Madonna col bambino della fondazione Cini di Venezia, e la Madonna di Senigallia (qui a sinistra) della galleria nazionale delle Marche.L’evento ai nastri di partenza sarà un affascinante viaggio che, partendo dai luoghi d’origine dell’artista, accompagnerà il visitatore tra le corti del Rinascimento ricostruendone il clima, i protagonisti, gli scambi e gli incontri attraverso la figura del maestro e gli echi della sua arte. Dalla casa di Sansepolcro alla corte dei Baglioni a Perugia come collaboratore di Domenico Veneziano; dal soggiorno a Firenze, con la visione bizantina della corte, alla permanenza nella corte estense di Ferrara con la sua influenza sugli artisti contemporanei; dall’arrivo a Rimini alla corte dei Malatesta al contatto diretto con Roma dove Piero soggiornò nel 1455 lavorando per papa Niccolò V e nel 1459 lavorando per Pio II in Vaticano. Il percorso dell’esposizione proseguirà alla volta di Urbino presso i Montefeltro dove l’artista si dedicò alla scrittura del Trattato sulla prospettiva e infine la tappa presso i Della Rovere dove il maestro dipinse la splendida Madonna di Senigallia.«Piero della Francesca e le corti italiane» sarà, quindi, una mostra e un itinerario. La mostra sarà ospitata nel museo statale di arte medievale e moderna ad Arezzo, in via San Lorentino, mentre l’itinerario sarà quello che toccherà il capoluogo, Sansepolcro e Monterchi. Infatti, Piero, artista girovago per eccellenza, non avrebbe potuto essere relegato in un unico luogo: da qui la proposta di un «tour» che permetterà ai visitatori di percorrere le vie delle sue terre, nella valle superiore del Tevere.I curatori dell’iniziativa, il soprintendente Giangiacomo Martines, Carlo Bertelli e Antonio Paolucci, hanno arricchito l’evento con una serie di iniziative collaterali come uno speciale approfondimento espositivo a Sansepolcro dove verrà ricostruito il trittico del Battesimo di Cristo grazie a una perfetta copia della famosa opera conservata a Londra. Fra le novità legate alla mostra ci sono anche quelle sulla conoscenza dell’artista a partire dalla sua data di nascita che è stata fissata nel 1412.Intanto, cominciano i grandi festeggiamenti previsti per la mostra-evento «Piero della Francesca e le corti italiane». Venerdì 2 marzo, alle 21.15, ai piedi degli affreschi della «Leggenda della Vera Croce», nella basilica di San Francesco ad Arezzo, Riccardo Muti dirigerà l’orchestra giovanile «Luigi Cherubini» di cui il maestro è il fondatore e il motore. L’evento è una tappa della mini tournèe del celebre direttore in quattro città d’arte dell’Italia centro-settentrionale. Durante la serata saranno proposti il «Concerto in La minore per violoncello e orchestra» di Schumann e la sinfonia in Do minore «Tragica» di Schubert. Nel corso della serata verrà conferito a Muti il premio del festival «Il Filarmonico» con una prolusione del critico musicale Lorenzo Arruga. Sabato 3 marzo il famoso direttore d’orchestra riceverà la laurea honoris causa in letteratura e spettacolo dall’università di Arezzo. La cerimonia è in programma alle 11. di Giacomo Gambassi