Rileggendo questa frase scritta poco prima di entrare in seminario riaffiorano tanti bei ricordi che mi hanno accompagnato in questi anni. Ho considerato sempre questi dieci anni di cammino come un privilegio che Dio mi donava per arrivare il più possibile preparato al sacerdozio. Anni in cui le gioie e le sofferenze hanno arricchito la mia vita, così da renderla una continua occasione di crescita. Non ho voluto perdere mai l’occasione di incontrare gli altri, di dialogare, di mettermi in discussione, di gioire con chi gioiva e di piangere con chi piangeva. Ho cercato di comprendere chi fosse il sacerdote attraverso l’esempio dei sacerdoti che mi hanno accompagnato. Nello stesso tempo non ho voluto perdere neanche l’occasione di comprendere i giovani e le nuove generazioni per continuare ad essere una guida e un testimone di Cristo. E’ questa una semplice sintesi della mia vita. Quando si capisce a cosa e a Chi tendiamo, allora tutto il resto passa in secondo piano. Non importa il singolo fatto, ma l’insieme di tutto ciò che è stato. Bellezza, semplicità, difficoltà, serietà, formazione, preghiera, contemplazione sono alcune delle esperienze che ho vissuto e cercato di vivere. «Non abbiate paura di essere i santi del nuovo millennio», ci esortava Giovanni Paolo II. Sarebbe pretenzioso dire che lo saremo sicuramente, ma sarebbe un peccato non essere in cammino verso la perfezione, verso Dio. In questa settimana di esercizi spirituali sto facendo la mia preparazione immediata all’ordinazione sacerdotale. Sono giorni di prezioso silenzio e di preghiera. A tutti chiedo di ricordarmi al Signore. don Danilo Costantino