Arezzo - Cortona - Sansepolcro

L’omaggio a Piero della Francesca: al via la mostra sul Rinascimento e le corti italiane

Saranno sei i capolavori di Piero della Francesca che arriveranno in provincia di Arezzo per la mostra «Piero della Francesca e le corti italiane» che sarà inaugurata venerdì 30 marzo e verrà aperta al pubblico sabato 31. La rassegna avrà tre sedi espositive: il Museo Nazionale d’Arte Medievale e Moderna di Arezzo, la struttura che custodisce la Madonna del Parto a Monterchi e il Museo Civico di Sansepolcro, città natale dell’artista.I capolavori attesi sono prestiti eccezionali: le opere vengono concesse molto raramente dai musei che le possiedono. Tutte e sei saranno esposte ad Arezzo. Fra queste, la prima tavola dipinta dal maestro di Sansepolcro, una splendida «Madonna con Bambino» di cui si erano perse le tracce e ritrovata pochi mesi fa in una collezione privata durante le fasi preparatorie dell’esposizione aretina.L’importante rassegna indaga il decisivo contributo del pittore quattrocentesco alla formazione dell’arte ferrarese, umbra e delle Marche (un tempo sottovalutata), nonchè il suo ruolo di ambasciatore del nuovo stile nelle principali corti rinascimentali. I curatori Antonio Paolucci, Carlo Bertelli e Giangiacomo Martines hanno selezionato un centinaio di opere capaci di illustrare questo percorso straordinario, che fa di Piero un caposaldo indiscusso della «Rinascenza». Le difficoltà non sono state poche, dal momento che molti capolavori dell’artista sono andati perduti, e che quelli rimasti sono considerati inamovibili per la loro rarità e fragilità. «Alcuni prestiti non abbiamo neppure osato chiederli’», ha detto Carlo Bertelli e quindi portare in mostra ben sei tavole può essere considerato un vero successo. Anche perché i visitatori potranno ammirare ad Arezzo, nella chiesa di San Francesco, i celebri affreschi della «Leggenda della Vera Croce» e nella cattedrale cittadina, la «Maddalena». Attraverso gli itinerari nella Valtiberina si potranno toccare Monterchi, dove c’è la magnifica «Madonna del Parto», e Sansepolcro con la «Resurrezione» e il «Polittico della Misericordia».Piero della Francesca, il cui vero nome era Piero di Benedetto de’ Franceschi, nasce presumibilmente nel 1412 a Borgo San Sepolcro da una famiglia di mercanti. Come primogenito, nelle aspettative dei genitori, Piero avrebbe dovuto seguire le orme paterne, ma ben presto nel giovane si fa strada la vocazione artistica. La data del 12 settembre 1439 è una pietra miliare nella storia di Piero della Francesca e quindi fondamentale per la storia del Rinascimento: è la data del documento che testimonia la presenza di Piero a Firenze, dove stava collaborando con il Veneziano, data che dà anche avvio al suo successivo e continuo peregrinare tra le corti del centro Italia, che tanto lo influenzeranno culturalmente e artisticamente, tra l’Adriatico e l’Umbria, tra Ferrara, Rimini, Roma e Urbino. Nel 1482 il pittore è a Sansepolcro, dove il suo prestigio è altissimo e ricopre importanti cariche; i documenti parlano anche di una buona situazione finanziaria. Gli ultimi anni di Piero vedono il suo progressivo distacco dalla vita pubblica. Egli si concentra soprattutto sulla stesura definitiva del suo trattato sui solidi regolari. Piero della Francesca muore il 12 ottobre del 1492, lo stesso giorno in cui Cristoforo Colombo scopre l’America.È questo grande artista che si vuole ricordare con un insolito itinerario alla scoperta delle sue opere nella provincia di Arezzo, che si snoda tra la Valtiberina a Arezzo. Un biglietto unico apre le porte al turista a tutti quegli edifici che contengono opere del grande pittore biturgense. L’affascinante viaggio tra i suoi dipinti vuole ricostruire il clima culturale, artistico, storico all’epoca di Piero, così tanto influenzato dai paesaggi toscani, ripresi non a caso in ogni dipinto, dalla frequentazione delle corti Rinascimentali, dagli usi e costumi provenienti dall’oriente al tempo del Concilio sulla Santissima Trinità, dagli studi matematici e prospettici. Questo progetto è andato a buon fine grazie a un lungo lavoro organizzativo di cui si è fatto promotore il Ministero dei beni culturali insieme alla Regione Toscana, alla Provincia di Arezzo e ai tre Comuni che ospitano la mostra. E sarà il ministro della cultura a tenere a battesimo la mostra «Piero della Francesca e le corti italiane», la grande rassegna dedicata al genio di Sansepolcro che si snoderà fra Arezzo, Monterchi e Sansepolcro. Francesco Rutelli che guida il dicastero dei beni culturali ed è vice-presidente del Consiglio dei ministri sarà in provincia di Arezzo venerdì 30 marzo. La prima tappa del suo tour sarà Sansepolcro dove arriverà alle 15 di venerdì. Nel capoluogo della Valtiberina il ministro inaugurerà la sezione biturgense dell’esposizione. Alle 16 Rutelli si sposterà a Monterchi dove aprirà i battenti della «dependance» legata alla Madonna del Parto. Infine, la sosta ad Arezzo che è in programma a partire dalle 17. La cerimonia d’inaugurazione si terrà nella piazza incastonata fra il duomo, il palazzo comunale e il palazzo della Provincia. Al fianco del ministro ci saranno il presidente della Regione Claudio Martini, il presidente della Provincia Vincenzo Ceccarelli e il sindaco Giuseppe Fanfani. Sarà presente anche il Vescovo, monsignor Gualtiero Bassetti. Sono previsti i saluti dei curatori della mostra: Antonio Paolucci, Carlo Bertelli e Giangiacomo Martines. Il momento in piazza sarà accompagnato da una serie di intervalli musicali. Una volta conclusa la cerimonia, il ministro si trasferirà nel Museo Nazionale d’Arte Medievale e Moderna, sede aretina della rassegna, dove avverrà il vero e proprio taglio del nastro. Da sabato 31 marzo la mostra sarà aperta ai visitatori che con un unico biglietto potranno ammirare tutti i capolavori di Piero della Francesca sparsi per il territorio della provincia di Arezzo. Per le prenotazioni è possibile contattare il call center telefonico che risponde al numero 0575.18.40.000 (dal lunedì al venerdì alle 9 alle 17 e il sabato dalle 9 alle 13) o visitare il sito www.mostrapierodellafrancesca.it.di Margherita Tizzi