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La sfida di Ac: far dialogare fede e politica

Erano in molti domenica scorsa a San Pier Piccolo per l’incontro regionale voluto dall’Azione Cattolica della Toscana. Il tema scelto per questo appuntamento «Edificare la casa comune: vivere la Costituzione, vivere il Concilio». La giornata ha voluto promuovere le dinamiche che qualificano la vita civile e orientano la crescita armonica della comunità umana all’interno della quale la comunità ecclesiale è chiamata a vivere e testimoniare la perenne novità del Vangelo.Il Vescovo, monsignor Gualtiero Bassetti, salutando i presenti ha detto che la Costituzione ha edificato le coscienze e il periodo conciliare è stato un momento cardine per la storia. Poi la parola è passata a padre Innocenzo Gargano, monaco camaldolese, che ha guidato una meditazione dal titolo «La duplice cittadinanza nella lettera a Diogneto». Ha affermato che nella Lettera si afferma che «ciò che nel corpo è l’anima, così i cristiani lo sono nel mondo». La Chiesa ha come missione di essere sale e lievito nel mondo. Lievito e sale portato da Cristo. «Dobbiamo essere la città posta sul monte, la torcia che illumina – ha spiegato il monaco – La nostra identità non la possiamo svendere». E ha concluso dicendo: «Non tante parole, ma la Parola».Il presidente nazionale dell’Azione Cattolica italiana, Luigi Alici (nella foto), nella sua relazione sulle «attese del nuovo millennio» si è ispirato alla «Città di Dio» di Sant’Agostino. Ciò che ci accomuna nella città terrena è l’amore che è la capacità di coesione di un popolo. «La pace comune – ha spiegato Alici – si consegue nella casa comune. La stagione illuministica ha elaborato dei grandi concetti lontani dalla solidarietà e si è perso il valore della comunità in favore della società. Nel post-moderno la ragione è diventata debole, i legami sono immediati, i rapporti corti, i tempi brevi, i legami fragili. A livello culturale il mondo virtuale ci fa perdere il senso del personale. A livello politico avremo sempre più delle sfide multiculturali; culture diverse dentro la stessa società politica». «Sul piano antropologico è venuta meno la cultura illuministica che rimanda ai diritti umani, diritti universali – ha dichiarato il professore – ed inizia la cultura delle ‘differenze’ e quindi del relativismo. Nasce il grande nodo dell’autonomia. Invece, per i cristiani la salvezza appartiene alla trascendenza. La legittima autonomia è una sfida. Si edifica la casa comune creando un ponte tra il livello di testimonianza cristiana e la ricerca del dialogo pubblico fondato sul cene comune».L’ultimo intervento del mattino è stato quello dell’ex presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro sul rapporto fra Costituzione e Concilio. Scalfaro ha iniziato la sua riflessione dicendo che la Costituzione va letta con occhi e cuore di cristiani. «Le vere radici dell’Europa – ha affermato il senatore – sono linee di pace, di partecipazione e di amore. La resurrezione è nelle capacità dell’uomo. Per essere parlamentari cristiani dobbiamo incominciare ad essere cittadini cristiani». La mattinata si è conclusa con la celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo. Dopo un pranzo conviviale sono succeduti i Laboratori sui «percorsi della speranza». Poi l’assemblea conclusiva.Lucia Zamboni