«I laici, come tutti i fedeli, hanno il diritto di ricevere abbondantemente dai sacri pastori i beni spirituali della Chiesa. I pastori, da parte loro, riconoscano e promuovano la dignità e la responsabilità dei laici nella Chiesa». Con queste parole, tratte dalla Lumen Gentium, la costituzione dogmatica sulla Chiesa del Concilio Vaticano II, si tracciano le linee guida dell’impegno dei laici. Giovanni Paolo II tornerà sull’argomento anche nella la lettera apostolica Novo Millennio Ineunte del gennaio 2001.Alla luce di tutto ciò emerge l’importanza e la centralità dei lavori svolti dal Consiglio Pastorale Diocesano, strumento a cui spettano i compiti di studiare, programmare, coordinare e verificare l’azione pastorale della diocesi. Negli ultimi anni il Consiglio diocesano ha trovato una sua maggiore identità, attuando una programmazione dei lavori scadenzata e partecipata. Gli stessi membri sottolineano come si sentano prima di tutto arricchiti interiormente dalla loro partecipazione.L’ultima riunione del 27 febbraio 2007 è stata totalmente dedicata ad una prima verifica del Piano Pastorale su Il battesimo dei bambini e dei ragazzi. L’iniziazione cristiana dei giovani e degli adulti. Il metodo di lavoro sperimentato da tempo nella sua corretta funzionalità è quello dei gruppi di lavoro, ognuno dei quali era tenuto ad articolare tre riflessioni. La prima sulla catechesi battesimale svolta nell’ultimo periodo (omelie, centri di ascolto sulla Lettera ai Romani, Lectio Divina, liturgie della Parola, adorazioni), sui benefici prodotti a livello personale e comunitario e sui suggerimenti per aiutare le comunità parrocchiali a riscoprire e vivere il battesimo. Altro punto da approfondire era la ricerca di nuove esperienze riguardo alla preparazione e dalla celebrazione del battesimo dei bambini, dopo la diffusione del Piano Pastorale. Ai membri del Consiglio era stata chiesta una relazione sul coinvolgimento dei genitori e della comunità. Infine si è risposto alla domanda su come sia possibile applicare i criteri suggeriti del Piano Pastorale per l’individuazione dei padrini e delle madrine.Dai lavori è emerso che, in generale, c’è una maggiore attenzione al tema del battesimo, anche se non si registra ancora l’attuazione esplicita delle indicazioni del Piano Pastorale. Molte parrocchie hanno dato vita a centri di ascolto sulla lettera ai Romani e il tema battesimale è più presente sia nelle omelie che in specifiche occasioni di preghiera (adorazioni e veglie). Si sente inoltre la necessità di coinvolgere la comunità parrocchiale, aiutandola a riscoprire il significato del battesimo con incontri di lettura e meditazione della Parola di Dio, particolarmente nei tempi forti dell’anno liturgico, ma soprattutto privilegiando la celebrazione battesimale nell’Eucarestia domenicale. Dai gruppi è uscito un chiaro segnale affinché famiglie dei battezzandi vengano presentate alla comunità in momenti celebrativi (rito dell’iscrizione del nome), magari ripristinando l’antica prassi di celebrare i battesimi nella notte di Pasqua.Segnali positivi arrivano poi dai giovani, che in alcune parrocchie riescono a coinvolgere altre famiglie, organizzando catechesi e momenti di preghiera, finalizzati alla preparazione del sacramento: non mancano significative esperienze di accompagnamento in questo senso, ma emerge con insistenza la necessità di coinvolgere laici sempre più formati per coadiuvare il parroco in questo delicato servizio. Nella maggioranza dei casi, infatti, l’accompagnamento al sacramento è svolto dal solo parroco riducendosi ad uno o due incontri prima della celebrazione. In ultimo si è sottolineata l’importanza di rispettare i criteri indicati nel Piano per la scelta dei padrini e delle madrine. «E’ fondamentale – dicono i membri del Consiglio – che sempre più queste figure siano scelte fra i membri della comunità parrocchiale secondo una modalità che, riprendendo la prassi della Chiesa delle origini, possa offrire dei “garanti” capaci di presentare e accompagnare la crescita della fede dei battezzandi». Il diacono Umberto Valiani ha apprezzato la ricchezza di idee dimostrata dai partecipanti, riproponendone una: «Dai gruppo di studio è stata lanciata l’idea di studiare un cammino per accompagnare le famiglie dalla celebrazione del battesimo del bambino fino all’inizio del percorso di iniziazione cristiana». Insomma il Consiglio è al lavoro per rispondere a queste ed altre domande, sempre in un clima di ricerca, creatività e dialogo.