Arezzo - Cortona - Sansepolcro

Le scuole materne a convegnoFra i banchi le sfide della formazione e della prevenzione

Quattordici asili nido e quaranta scuole materne. Più di duemila bambini che ogni mattina entrano in aula. Centosettantanove insegnanti ed educatrici in prima linea per formare le nuove generazioni. Basterebbero questi numeri per delineare una realtà educativa che nella provincia di Arezzo ha un ruolo di primo piano. Si tratta degli asili di ispirazione cristiana che aderiscono alla Fism, la Federazione Italiana scuole materne, che da 22 anni è presente ad Arezzo e che rappresenta un punto di riferimento nei servizi all’infanzia per centinaia di famiglie. Il caso del capoluogo è emblematico: su 600 bambine e bambini da zero a tre anni che frequentano un nido della città, 180 sono iscritti ad una delle strutture associate alla Fism. Ecco perché i nidi e le materne Fism sono una risorsa. E il loro bacino abbraccia l’intera provincia: si va da Badia Prataglia a Terontola, da Sansepolcro a San Giovanni Valdarno. Due le diocesi che vengono servite: quella di Arezzo-Cortona-Sansepolcro che raccoglie 9 nidi e 32 materne e quella di Fiesole con 2 nidi e 8 materne.Ma le cifre non sono sufficienti a raccontare un insieme di servizi che scommettono sulla promozione di una cultura dell’infanzia coerente con la visione cristiana della vita e della persona. Le strutture della Fism garantiscono flessibilità organizzativa, presenza capillare sul territorio, radicamento popolare e tutela dei bisogni delle famiglie. Tre sono le caratteristiche che contraddistinguono le realtà Fism e ne qualificano la missione. La prima è l’attenzione ai bambini che sono il vero perno delle singole scuole. Per valorizzare e far crescere gli alunni la Federazione promuove una serie di progetti che vanno incontro ai più piccoli e alle loro famiglie. L’ultimo che ha segnato il percorso dello scorso anno è quello sulla prevenzione delle difficoltà e dei disagi che possono insorgere nei primi anni di vita. La seconda caratteristica è quella della particolare cura per la formazione del personale. Nel 2006 è stata condotta una analisi dei bisogni formativi per arrivare ad elaborare alcune prospettive di sviluppo professionale comuni agli operatori dell’infanzia. L’obiettivo: costruire un repertorio di «buone pratiche» che favoriscano l’apprendimento. Il punto di partenza è stato la rilevazione della progettazione; poi si è passati alla riflessione dell’azione didattica; infine si è arrivati alla costruzione di nuovi percorsi professionali. Il tutto condividendo esperienze, mettendo in circolazione saperi e promuovendo competenze. La terza caratteristica è quella del coordinamento pedagogico e organizzativo dei servizi. La Fism aretina ha dato vita ad una serie di «circoli di coordinamento» che puntano a creare «reti» fra servizi. Cinque sono quelli per le scuole dell’infanzia, due quelli per i nidi. Si tratta di una strada che va incontro all’esigenza di collegare le diverse scuole e nidi diffusi sul territorio e di proporre un’offerta formativa armonica.Non solo. La Fism che ha anche compiti di consulenza e di sostegno per l’apertura di nuovi servizi è ormai un interlocutore forte delle istituzioni. Lo dimostra il protocollo d’intesa per il sistema integrato dei servizi firmato da Comune di Arezzo, Fism, istituzioni scolastiche statali e cooperative locali. L’accordo, nato dalla volontà e dalla sensibilità dell’amministrazione comunale di Arezzo, ha permesso che venissero stanziati 300mila euro nel bilancio comunale per finanziare l’intero sistema e consentire anche lo sviluppo dei nidi (anziché la loro chiusura per la mancanza di risorse economiche) garantendo a tutti la massima possibilità di accesso ai servizi e costi di frequenza contenuti (già nel prossimo anno scolastico si potrebbe vedere quintuplicato il contributo economico messo a disposizione dal Comune di Arezzo per ogni bambino che frequenta i nidi). Se il presente è la riprova di una realtà viva, il futuro è da costruire. E viene riassunto nel tema del convegno «Per lo sviluppo dei nidi e delle scuole Fism» che si prefigge di fare il «punto su dove siamo e su dove vogliamo andare», spiega il sottotitolo. Il seminario di studi è in programma sabato 19 maggio nell’auditorium «Ducci» di Arezzo. Si comincia alle 9.30 con il saluto del presidente provinciale della Fism, Mario Bracci. Poi le comunicazioni divise in quattro aree. La prima sarà un diario dei percorsi formativi nei nidi e nelle scuole Fism dell’aretino: toccherà a Carlo Felice, esperto di processi formativi, proporre una analisi dei bisogni professionali e formazione in servizio del personale. La seconda relazione verterà sul progetto di prevenzione del disagio nelle scuole Fism di Arezzo con la responsabile scientifica Maria Assunta Giusti. Dopo una pausa, è previsto il terzo intervento con il responsabile nazionale del settore pedagogico della Fism, Delio Vicentini, che inviterà a investire su coordinamento pedagogico e formazione come fattori decisivi di innalzamento della qualità dei servizi. Infine, l’ultima comunicazione è affidata a Marco Bonci, consigliere nazionale Fism, che illustrerà il ruolo della Fism aretina nel sistema integrato dei servizi all’infanzia e alla famiglia. In classe la battaglia contro il «baby» disagioCombattere i disagi che vengono a galla nei primi anni di vita e favorire lo sviluppo del bambino. Sono questi i due snodi intorno a cui ruota il progetto di prevenzione delle difficoltà varato dalla Fism di Arezzo per le scuole materne della provincia. Quando si parla di prevenzione, viene in mente subito la malattia. Invece, è una strada per promuovere il benessere e la salute delle persone. Soprattutto quando sono bambini piccoli. Com’è il caso dell’idea che ha coinvolto gli istituti Fism per rilevare i problemi di tipo cognitivo, emotivo e relazionale degli alunni. Attraverso il monitoraggio e l’approfondimento, si è puntato a sensibilizzare insegnanti e genitori sulla lettura delle situazioni critiche e ad arginare l’evoluzione negativa di problemi transitori nei bambini. Il tutto avendo come punto fermo il principio che la scuola è un luogo privilegiato di intervento dove si accompagnano i bambini attraverso le tappe dello sviluppo per la costruzione dell’identità e della personalità. Nel corso dell’anno uno staff di lavoro ha osservato le diverse classi e successivamente ha dato suggerimenti agli insegnanti che potessero contribuire ad abbattere le difficoltà. Se rimanevano questioni da approfondire, sono stati contattati i genitori per alcuni colloqui. Di fatto si è guardato, da una parte, a fronteggiare le criticità nel percorso evolutivo e scolastico; e, dall’altra, si è permesso agli insegnanti di avere un aiuto per l’analisi dei disagi individuali o di gruppo. Il progetto è stato curato da Maria Assunta Giusti (responsabile scientifica), Maria Giulia Pagni e Stefania Tacconi. Il coordinamento fra gli istitutiLa Fism di Arezzo ha scommesso sul coordinamento delle scuole della provincia che aderiscono alla Federazione. L’idea è quella di promuovere circoli di coordinamento nelle diverse zone.Scuole dell’infanzial Circolo di coordinamento di Arezzo: Aliotti ad Arezzo, Bianca Maria Bianchini ad Arezzo, Figlie di San Francesco ad Arezzo, Maria Santissima Consolatrice ad Arezzo, Mater Purissima ad Arezzo, Palazzeschi a Subbiano, Pio XII ad Arezzo, Sacro Cuore ad Arezzo, Sant’Antonio ad Arezzo, San Francesco ad Arezzo.Il Circolo ha 37 insegnanti e 543 bambini di cui 36 stranieri e uno disabile.l Circolo di coordinamento del Casentino: Guilio Senni a Badia Prataglia, Rosa Scoti Franceschi a Partina, San Gregorio a Serravalle, San Pietro a Chitignano, Santissima Concezione a Rassina, Alterini a Strada, Fantoni Martelli a Stia, Dante Alighieri a Poppi.Il Circolo ha 16 insegnanti e 205 bambini di cui 19 stranieri.l Circolo di coordinamento del Valdarno: Brilli Peri a Montevarchi, Del Secco Abelli a Levane, Maria Santissima Consolatrice a Pergine, Nostra Signora di Lourdes a Piandiscò, San Giustino martire a San Giustino, San Lorenzo a Montevarchi, Santa Maria a Terranuova, Santa Rita a Bucine, Santa Teresa del Bambin Gesù a Faella, Villa Pettini a Montevarchi, Pio XII a San Giovanni.Il Circolo ha 33 insegnanti, 485 bambini di cui 20 stranieri e uno disabile.l Circolo di coordinamento della Valdichiana: Meacci a Rigutino, Maria Immacolata a Terontola, Medaglia Miracolosa a Viciomaggio, Pecchioli a Badia al Pino, Rosa Moretti a San Giuliano, San Biagio a Frassineto, Santa Teresa del Bambin Gesù a Pozzo.Il Circolo ha 22 insegnanti e 331 bambini di cui 19 stranieri e 2 disabili.l Circolo di coordinamento della Valtiberina: Maestre Pie a Sansepolcro, San Biagio a Sansepolcro, Santa Fiora a Sansepolcro, Santa Maria a Sansepolcro.Il Circolo ha 18 insegnanti e 194 bambini di cui 12 stranieri e uno disabile.Gli asili nidol Circolo di coordinamento di Arezzo: Aliotti ad Arezzo, Bianca Maria Bianchini ad Arezzo, Maria Santissima Consolatrice ad Arezzo, Palazzeschi a Subbiano, Sant’Antonio ad Arezzo, San Tarcisio ad Arezzo, Santissima Concezione a Rassina, Santa Maria a Sansepolcro, San Biagio a Frassineto.Il Circolo ha 34 insegnanti e 252 bambini di cui 13 stranieri.l Circolo di coordinamento del Valdarno: Del Secco Abelli a Levane, Maria Santissima Consolatrice a Pergine, Nostra Signora di Lourdes a Piandiscò, Santa Rita a Bucine, Pio XII a San Giovanni.Il Circolo ha 18 insegnanti e 104 bambini di cui 3 stranieri e 3 disabili.

Giacomo Gambassi