Il Giullare della Madonna», ovvero un recital teatrale di testi poetici ispirati a Maria. Torna in diocesi dopo dieci anni di rappresentazioni in tutta Italia lo spettacolo dedicato alla Vergine e costruito intorno alle opere di autori nazionali e stranieri che parlano della Madre di Dio. Per il rientro nella terra in cui ha debuttato è stato messo a punto un «tour» teatrale che toccherà le sei zone pastorali della diocesi dove lo spettacolo non era stato rappresentato negli anni scorsi. Infatti, nel maggio del 2005, l’opera era andata in scena nei cinque vicariati della zona di Arezzo, mentre in questo caso l’impegno – nel decennale della tournee – è teso a decentrare nel territorio della diocesi «una proposta di eccellenza cittadina e di valore culturale e sociale», spiega il Vicario Generale, monsignor Giovacchino Dallara.La prima recita si è svolta nella parrocchia di Rassina. La prossima è in programma venerdì 25 maggio a Cortona nella chiesa di Santa Maria Nuova alle 21. Sabato 2 giugno, sempre alle 21, lo spettacolo approderà a Monterchi nella chiesa di San Simeone, mentre domenica 3 giugno sarà nel santuario della Madonna del Patrocinio di Castelnuovo Berardenga alle ore 21. L’altra tappa sarà a Mercatale, nella chiesa di Santa Reparata, mercoledì 13 giugno alle 21 e l’ultimo appuntamento è fissato per venerdì 15 giugno alle 21 a Monte San Savino nella chiesa di Sant’Agostino.Lo spettacolo, costruito per mezzo di una drammaturgia di testi poetici e narrativi, è affascinante. Attraverso un monologo e un dialogo attivo con il pubblico, si apre con la preghiera alla Vergine di Dante e si chiude con gli ultimi versi dal Faust di Goethe. Passando per alcune delle voci più alte e significative della poesia moderna e contemporanea come Baudelaire, Verlaine, Hopkins, Claudel, Rilke, Lagerkvist, France, Pirandello, Brecht, Ferlinghetti, Trilussa, Rebora, Caproni, Eliot, Ungaretti, Luzi, Bono, disegna un affresco poetico della Madre di Cristo e compie un viaggio che non si nega agli interrogativi della vita mettendo con forza espressiva di fronte a quel bisogno invincibile di Dio che assale ogni uomo.Lo spettacolo ha debuttato nella chiesa del monastero di Camaldoli il 15 agosto 1997. Da allora sono state realizzate 182 repliche in tutta la penisola con notevole successo di pubblico e critica. Il recital viene sempre rappresentato all’interno di cattedrali, chiese, pievi, abbazie e santuari, vale a dire in quello spazio scenico ideale per il silenzio e l’ascolto.Il lavoro è curato e interpretato da Giovanni Maria Tenti, regista teatrale, allievo di Orazio Costa e Giorgio Strehler, che nel segno di un’opera umanamente impegnata ad avvicinare alla poesia sempre più vaste fasce di pubblico, si fa interprete di una parola che l’uomo di oggi ha bisogno di ascoltare. Al suo fianco c’è Elisa Pieschi che con il suo violoncello esegue la suite per violoncello di Bach che fa da filo conduttore musicale all’intero spettacolo.La proposta culturale che la diocesi fa e che viene realizzata grazie al prezioso contributo di Coingas segue la suggestiva «lettura» delle poesie di Mario Luzi ospitata lo scorso anno nella basilica di San Domenico ad Arezzo (nella foto) in occasione del primo anniversario della morte del celebre letterato fiorentino.