Nell’annosa questione del futuro della Sadam scendono in campo i parroci del vicariato di Castiglion Fiorentino «in spirito di servizio e per amore della nostra gente e della nostra città». «Noi sacerdoti del vicariato di Castiglion Fiorentino abbiamo seguito con attenzione tutta la vicenda relativa allo stabilimento Sadam, fin dai primi segnali di crisi – si legge nella lettera inviata al sindaco, alla giunta e al consiglio comunale, ai segretari di partito, ai responsabili delle istituzioni e delle associazioni economiche, ai sindacati, al Comitato Valdichiana e ai circoli di Acli, Mcl e Arci – Abbiamo con apprensione registrato l’ineluttabilità della chiusura dello Zuccherificio con la consapevolezza che si stava verificando un fatto che non solo cambiava la vita di diverse famiglie, ma avrebbe inciso anche sulle potenzialità di sviluppo economico della nostra città. Gli accordi sindacali seguiti alla chiusura dello stabilimento ci hanno in parte rasserenato perché, oltre a garantire nell’immediato la sorte dei lavoratori coinvolti, si è parlato di progetti alternativi che, fino ad ora, ci sembrava facessero intravedere anche elementi positivi per consolidare e far crescere tali prospettive di sviluppo».Poi i sacerdoti si spostano sul presente. «Da qualche tempo – sottolineano – assistiamo allo sconcerto della nostra gente, che vive un senso di paura per qualunque proposta, dando talora vita ad iniziative che rischiano solo di far leva ed alimentare questa paura, anziché la vigilanza, la partecipazione lucida e ragionata, il confronto civile, politico ed economico, che possano garantirci, come comunità civile, scelte intelligenti, sicure per la salute pubblica, capaci di rimettere in moto uno sviluppo che dia speranza ai nostri giovani. Ma, per fare questo, c’è bisogno di chiarezza, informazione e possibilità di confronto civile che ci aiutino tutti a ragionare in ordine al bene comune».Quindi l’appello. «Tutte le autorità – spiegano i sacerdoti del vicariato – hanno il dovere di informare su scelte che creano apprensioni; tutti abbiamo il dovere, il diritto e la possibilità di contribuire a vigilare, verificare, valutare e cercare la soluzione migliore che ci garantisca uno sviluppo autentico e non solo dal punto di vista economico. Pertanto, abbiamo pensato, entro il mese di ottobre, di organizzare un incontro con tutti i soggetti che, per responsabilità istituzionale, sociale, politica ed economica, non possono esimersi dal dovere di presentare e sottoporre alla cittadinanza i progetti su cui si sta lavorando, le eventuali proposte alternative e ascoltare le ragioni dei legittimi timori e i contributi di persone o gruppi di cittadini. Con spirito di servizio e per amore della nostra gente e della nostra città abbiamo preso questa iniziativa e, con questo stesso spirito, invitiamo tutti voi, e in particolar modo i cristiani, a fare la vostra parte per promuovere il bene comune, che o è il bene di ciascuno, nessuno escluso, e di tutti, oppure non è il Bene».La lettera aperta è importante. E non poteva essere diversamente, dal momento che il problema, che si fa di giorno in giorno più complesso e soprattutto avaro di risposte soddisfacenti, interessa la vita delle persone. Visto il proliferare di proposte e di iniziative, a volte contraddittorie, sempre incentivo di nuove paure e preoccupazioni, l’incontro di ottobre con tutti i soggetti interessanti aiuterà a fare chiarezza. Si tratta di un passo in avanti che punta a contribuire ad allontanare preoccupazioni inutili in una vicenda che diventa sempre più complessa.