Rinnovare l’itinerario iniziatico dei ragazzi per rinnovare la pastorale degli adulti. E’ ciò che propone monsignor Giuseppe Cavallotto, vescovo di Cuneo-Fossano, che ha aperto il convegno diocesano dedicato al battesimo.Eccellenza, perché è opportuno ripartire dal catecumenato come avveniva nei primi secoli della Chiesa?«La proposta è legata ad un cammino che va avanti da anni. Lo studio del catecumenato antico, proposto dal Concilio, ci fa riscoprire la validità e la qualità di una proposta che nelle sue linee fondamentali aiuta a ripensare la nostra pastorale che talvolta è prigioniera di un certo appiattimento su se stessa e sulla sacramentalizzazione».Come calare il catecumenato in un percorso di iniziazione cristiana dei ragazzi?«Un cammino a modello catecumenale può essere utile per la situazione dei nostri ragazzi in quanto va a ritoccare i gangli della pastorale. In primo luogo si punta sulla forte responsabilità delle famiglie che vanno accompagnate e seguite con proposte adulte. In seconda battuta viene valorizzato l’impegno della comunità che deve aprirsi e accoglie i figli battezzati nella fede. Accanto a questo, va recuperato anche il modo dello stare insieme. Un’ora alla settimana di catechismo che dura per sei o sette anni produce poco. Quindi dobbiamo interrogarci per trovare un’occasione di un vero servizio ai ragazzi ma anche per capire quali cristiani vogliamo essere».Quale pastorale pre-battesimale e post-battesimale?«Prima di tutto va tenuto presente che occorre fare una proposta di fede ai genitori. Sappiamo bene che il battesimo viene chiesto spesso per motivazioni di folclore o per legami sentimentali. Comunque la domanda del sacramento diventa un’opportunità per aiutare i genitori che hanno avuto il coraggio di aprirsi alla vita di un nuovo figlio. Questo significa essere accanto a loro per presentare quello che il Vangelo sa dire e dare per svolgere la straordinaria missione di genitori e di educatori alla vita cristiana».Perché proporre una nuova successione dei sacramenti dell’Eucaristia e della Confermazione?«Vogliamo restituire il vero ordine ai sacramenti: prima il Battesimo, poi la Confermazione e quindi l’Eucaristia. Inoltre l’esigenza di spostare in avanti la celebrazione dei due sacramenti contribuisce ad offrire ai ragazzi un rigoroso cammino di presa di coscienza della loro fede e di uno sviluppo di vita cristiana. Poi la data del rito dei due sacramenti che andrebbero celebrati insieme non dovrebbe essere legata ad un giorno prestabilito anche se sarebbe bene avvenisse nella veglia pasquale».E la catechesi è un tirocinio alla vita cristiana.«Il cristiano diventa tale attraverso l’esercizio della carità, della preghiera, del perdono, dell’accoglienza e dell’annuncio. Per scoprire la vita cristiana non è sufficiente un incontro settimanale di catechesi, ma va integrato con esperienze attraverso cui il ragazzo con la famiglia si esercita a sperimentare le grandi dimensioni della vita cristiana».