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Cortona: il restauro di Sant’Agostino, sfida ai nastri di partenza.

Il secolo XIII, il secolo dei liberi Comuni, conobbe passioni e odio, ma anche profondissima fede. Sorsero allora quasi in contemporanea gli Ordini religiosi dei Francescani, dei Domenica, dei Servi di Maria e degli Agostiniani, solo per ricordare i principali. E tutti e quattro, sempre nel Duecento, lasciarono importanti testimonianze della loro presenza a Cortona fondando chiese e conventi: due (Francescani e Agostiniani) all’interno della città, due (Domenicani e Servi di Maria) nei sobborghi di Santa Maria e di San Domenico. Queste pregevolissime costruzioni esistono ancora oggi e costituiscono un importante documento di arte e di religiosità.Una di queste strutture, la chiesa e il convento di Sant’Agostino, richiama oggi la nostra attenzione: la sua lunga storia conosce alterne fasi e alterne vicende. Costruita tra il 1256 e il 1275, dagli Agostiniani dell’Eremo di Sant’Onofrio alla Croce, tra la fine del Duecento l’inizio del Trecento, fu arricchita di una chiesa in stile gotico (più ridotta dell’attuale) ad un’unica nave absidata. Lavori di ampliamento furono intrapresi già nella seconda metà del Quattrocento e più radicalmente nella seconda metà del Seicento. Finché nel famigerato 1786 (quando dal granduca di Toscana Pietro Leopoldo fu decretata la soppressione di vari Ordini religiosi, tra cui gli Agostiniani), la chiesa e il convento furono condannati ad una penosa situazione. Partiti (o cacciati) gli Agostiniani, il complesso fu concesso agli Scolopi con l’incarico di aprirvi pubbliche scuole. Veniva così delineandosi, in seguito a queste complesse vicende storiche, quella che sarebbe stata la «vocazione» della grande struttura: tralasciando i disgraziati periodi in cui chiesa e convento divennero caserma e dormitorio di soldati (durante le guerre napoleoniche e ancora nella prima guerra mondiale), dal 1920 la chiesa fu riaperta al culto e successivi lavori di ristrutturazione, nel ventennio fascista, trasformarono il convento in edificio scolastico, senza però molto rispetto per la sue caratteristiche architettoniche.Attualmente tutto è proprietà del Comune e la situazione del convento è molto migliorata, essendo stato adibito ad ambiente per ospitare prima scuole, poi mostre e convegni. Precarie, per non dire indecenti, erano invece rimaste le condizioni della chiesa, in totale stato di abbandono. Un progetto di intervento radicale, promosso dal Comune di Cortona, sta avviandosi finalmente verso la sua realizzazione. Nel programma di ristrutturazione di grandi complessi monumentali (tra cui la chiesa di San Francesco e la Fortezza di Girifalco), anche la chiesa di Sant’Agostino ha trovato la dovuta considerazione: proprio in questi giorni hanno preso il via i lavori di recupero della chiesa che sarà adibita a spazio pubblico al servizio dell’attiguo Centro convegni. A lavori compiuti, tutto il complesso disporrà, insieme agli altri ambienti già convenientemente restaurati, di un’aula magna da trecento posti per conferenze, mostre e concerti. Per questo intervento il comune di Cortona dispone di un finanziamento della Regione di oltre 500mila euro: i lavori sono stati infatti inseriti nel piano dei beni culturali, considerato il valore storico-artistico della chiesa duecentesca. I cortonesi sperano che per il complesso di Sant’Agostino siano finalmente arrivati giorni migliori e che le attività culturali in programma, doverosamente compatibili con il carattere sacro dell’ambiente, segnino la fine della penosa odissea dei secoli passati.Benito Chiarabolli