Un fiume che scorre nel centro di Arezzo e sale fino ad arrivare in cattedrale. E’ questa l’immagine che si porteranno dietro più di duecento giovani accorsi domenica 7 ottobre alla cerimonia di apertura del loro anno pastorale, sotto l’attenta guida di don Danilo Costantino. Un fiume festoso, ma soprattutto dedito alla preghiera. Quella preferita dai giovani: infatti col canto infatti destato i palazzi di piazza della Badia, via Cavour, via Cesalpino e piazza della Libertà. Si parte con Receive the power, inno ufficiale della Gmg di Sidney 2008, e si cammina, sempre dietro al crocifisso del Cimabue che i ragazzi delle parrocchie conoscono bene per il pellegrinaggio appena concluso.Lassù, dalla scalinata della cattedrale li attende ammirato il Vescovo che di li a poco pronuncerà parole di richiamo forte. Monsignor Bassetti conosce bene i suoi giovani, tanti dei quali ha avuto la fortuna di incontrare durante la visita pastorale. «Giovani buoni, pieni di valori. Posso dire senza remore che nelle nostre parrocchie c’è la buona gioventù», esordisce. Poi punta alto con il suo discorso, destando l’attenzione dei ragazzi. «Siate aquile, non galline che razzolano nell’aia. Volate alto e fuggite dalla mediocrità. Testimoniate la fede, ora e sempre, in ogni ambiente. So che è difficile, ma potete farlo anche grazie ad una guida spirituale». E’ un richiamo anche alla Chiesa da parte di monsignor Bassetti. «Qui avrei gradito il doppio dei presenti. Oltre a voi, che siete più di duecento, avrei voluto vedere altrettanti parroci o religiosi: loro devono esser la vostra guida, non vi devono abbandonare e voi dovete sempre cercarli».Il vigore dei contenuti del messaggio si unisce a quello del tono di voce e i brividi sulla schiena dei presenti dimostrano come il Vescovo abbia colto nel segno. Questi giovani, i «buoni giovani» hanno bisogno di messaggi importanti e di modelli e questa sera l’hanno trovati. Come hanno trovato la luce di una lampada, accesa con l’olio offerto dalle varie zona pastorali, che farà il giro della diocesi fino all’inizio di maggio. Si parte dalla Valtiberina che orgogliosa riceve il mandato insieme ai rappresentanti delle altre zone e si porta via la lampada per cominciare ad illuminare la Diocesi. «Siate voi il sale della terra, siate voi la luce del mondo», sono le ultime parole di «don Gualtiero», come ama definirsi di fronte ai suoi giovani. E loro come sempre sorridono, gli si stringono attorno e lo salutano, consapevoli di avere una missione di testimonianza da compiere e un valido alleato dalla loro parte.Luca Salvadori