Oramai sono sei anni che il Servizio civile volontario è subentrato al servizio militare di leva e all’obiezione di coscienza. Se ad un primo sguardo, la differenza con il passato potrebbe sembrare minima, in realtà è molto profonda. La volontarietà, l’aumento del rimborso spese (433,80 euro al mese) e la possibilità di svolgere il servizio per le donne, sono solo alcuni degli elementi che ne lasciano intendere la differenza.La Caritas, storicamente impegnata con gli obiettori di coscienza, ha preso atto di questi cambiamenti, cercando di rispondere al meglio alle esigenze di una società in mutazione. Naturalmente anche la Caritas della diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro sta facendo la sua parte, e dal primo ottobre ha dato il via ai nuovi progetti de servizio civile per l’anno pastorale. Ad essi parteciperanno cinque ragazzi e dodici ragazze che hanno fra i 19 ed i 28 anni (il gruppo più numeroso nelle diocesi toscane), provenienti principalmente dalla zona di Arezzo e approdati al servizio civile chi perché in attesa di trovare lavoro, chi con convinzione, chi per perfezionare il proprio percorso di studi.Quattro, invece, sono le aree di intervento orientate alla «difesa della patria» e alla promozione della «solidarietà sociale». Un ruolo di prim’ordine viene ricoperto dal settore dell’integrazione, per un’accoglienza ed un inserimento organico dei migranti in arrivo nel nostro territorio e per la costruzione di una società più aperta e solidale. I servizi erogati vanno dall’ascolto all’orientamento, dalla consulenza all’accompagnamento, dalla fornitura di vestiti alla distribuzione di cibo. I centri interessati sono principalmente la mensa nella parrocchia del Sacro Cuore ad Arezzo, il centro di ascolto in via Fonte Veneziana e il centro per l’integrazione in via Leone Leoni.Gli altri settori di intervento sono tutti legati all’assistenza alle persone, siano essi anziani, minori con condizioni familiari difficili, o disabili. I centri interessati sono numerosi: la casa di accoglienza Movi di Sansepolcro, il centro di accoglienza per minori di via Verdi, l’istituto «Medaglia miracolosa» di Viciomaggio, la Coop sociale «Il cenacolo» di Agazzi, la Casa Pia, l’istituto «Thevenin» e l’associazione «Il Casolino» di San Leo. Da sottolineare, poi, alcuni progetti legati a realtà che solo ultimamente si sono legate al servizio civile e che evidenziano la centralità e l’importanza del mondo associativo e di movimento. Il primo è il progetto legato a Rondine – Cittadella della Pace, mentre l’altro è legato all’Azione Cattolica. Di natura ancora diversa è il progetto che si svolge all’interno dell’Ufficio delle comunicazioni sociali della diocesi, a sottolineare l’importanza di una crescente presenza e professionalità dei cattolici nel mondo dell’informazione. di Luca Primavera