Le missioni a misura di tutti. Il Centro missionario diocesano è il perno della pastorale missionaria nella Chiesa di Arezzo-Cortona-Sansepolcro. «Non abbiamo progetti con le missioni, in quanto il nostro compito è essenzialmente di coordinamento – spiega il suo responsabile, il diacono Giovanni Nocentini – Sono le singole comunità parrocchiali che curano i progetti nei luoghi di missione, che promuovono adozioni a distanza, che inviano fondi e materiale nei Paesi del sud del mondo. Il Centro diocesano è un punto di riferimento per stimolare la sensibilità missionaria».Fino a non molto tempo fa, impegnarsi sul fronte delle missioni significava realizzare qualche mercatino oppure raccogliere offerte da spedire nelle zone più povere della terra. Oggi questo non basta più. «Oggi c’è la voglia di partire, di andare a rendersi conto che cosa succede nelle terre lontane dove si lotta contro la fame, la miseria, la malattia e talvolta la guerra», spiega Nocentini. Ecco, quindi, che in molti preparano la valigia. «E’ aumentato – fa sapere il diacono – il numero dei giovani che ogni anno partono per fare un’esperienza nei luoghi di missione. Ci siamo accorti che nel nostro tempo c’è bisogno di un vangelo della carità vissuto sulla propria pelle. E questo è un nuovo modo di rapportarsi con il sacro». Lo scorso anno nove ragazze sono partite tramite il Centro missionario. Non sono le uniche perché altri giovani fanno esperienze simili attraverso altri enti e parrocchie. Quest’anno altre quattro «missionarie» sono giunte nelle terre lontane: due sono andate in Africa nella missione con cui collabora don Alessandro Milani; altre due, che sono Patrizia e la figlia Benedetta di 24 anni, sono andate in Bolivia a Camiri a svolgere la propria attività in un orfanotrofio; inoltre una coppia di coniugi, collaboratori del Centro missionario, Zelinda e Sestilio, sono stati in Tanzania tra maggio e giugno; infine un consistente gruppo si è recato in Albania per sostenere la missione curata da monsignor Giancarlo Rapaccini. «C’è chi parla di cooperazione fra le chiese o più laicamente di cooperazione internazionale anziché di missione – afferma il responsabile del Centro diocesano – Ma la differenza sta nel “come” la facciamo: il cristiano la fa con amore, con quel gesto gratuito che ha imparato da Gesù di Nazaret».È da sottolineare che la nostra diocesi ha un sacerdote fidei donum: è don Enrico Arrigoni, impegnato in un grandioso progetto missionario in Brasile e adesso alle prese anche con la costruzione di una chiesa. I sacerdoti fidei donum hanno una speciale convenzione con la Cei che di recente ha allargato la possibilità di stipulare un accordo simile anche con i laici che vogliono impegnarsi in un servizio missionario consistente e duraturo. È in virtù di questo che un giovane aretino ha lasciato il lavoro e ha usufruito di questa convenzione per andare in una missione dei Comboniani in Mozambico, per ben tre anni. Claudio Gori della parrocchia Orciolaia è partito in aprile e sta facendo un ottimo servizio.Quasi tutte le parrocchie collaborano con le missioni, hanno gemellaggi, promuovono microprogetti, aiutano le varie realtà «dimenticate». La parrocchia di Pescaiola ha scommesso su una sorta di formazione permanente: una volta al mese viene padre Lino Spezia, responsabile dei Comboniani di Firenze, per un incontro sulla spiritualità del «missionario». La Santissima Annunziata, nel centro di Arezzo, realizza annualmente un presepio artistico con un messaggio incisivo di solidarietà. E dal presepe la parrocchia ricava consistenti offerte che vanno a sostenere le scuole materne – oltre 400 bambini – di Saganèiti in Eritrea. La parrocchia di Bagnoro dà una mano al fratello di una parrocchiana, padre Vincenzo, che è missionario a Seul, in Corea del Sud, dove ha realizzato mense e ambulatori. È singolare questa missione nel cuore dell’Asia in cui è importante la presenza cristiana. La parrocchia di San Donato si è fatta «missionaria» nel luogo in cui si trova: inoltre, ha una Caritas parrocchiale che funziona bene e riesce a fare molto anche per le missioni. Attualmente la parrocchia sostiene due progetti in Angola ed è impegnata nel Progetto Gemma di aiuto alla vita.A fianco di queste attività, si muovono le associazioni. Una è l’associazione Amici di Marcello, costituita da una signora, Adriana, a cui anni fa morì un giovane figlio. Invece di curvarsi sotto il peso del dolore, Adriana ha reagito e ha pensato di spendere il resto della vita per sorreggere le missioni, dicendo: «Mio figlio era sensibile alle missioni e desiderava tanto aiutarle». L’associazione lavora prevalentemente nell’ambito della parrocchia di San Marco gestendo un mercatino missionario. Per tenere in piedi le fiere, gli Amici di Marcello svolgono una attività che dura tutto l’anno con cui raccogliere, selezionare e preparare gli oggetti messi in vendita. L’associazione sostiene vari missionari come don Enrico Arrigoni a Copacabana, Rio de Janeiro, che gestisce n grosso centro di accoglienza e padre Gilberto Bragagni che a Camiri in Bolivia ha un ospedale. Il Centro missionario vive il suo momento centrale a ottobre che è tradizionalmente il mese dedicato alle missioni. Il sottotitolo dell’«Ottobre missionario» in diocesi è ponti di solidarietà in quanto serve a spiegare che ogni giovane che fa una esperienza in una terra lontana e ogni familiare di un missionario sono idealmente «ponti» umani di solidarietà tra Arezzo e il luogo di missione in cui stabilmente si trovano ad operare i missionari della nostra terra.