Lo conosciamo per fama Silvano Lazzeri, artista con un curriculum poderoso iniziato su un doppio binario: scienze umane ed artistiche e sull’altro un baccalaureato in teologia presso la Pontificia Università Gregoriana. Le sue radici anagrafiche sono a Poppi e lo hanno introdotto nelle magie pittoriche di Piero della Francesca, del Vasari, di Masaccio. Così sapendo che nella chiesa di San Niccolò a Soci Lazzeri ha realizzato due grandi affreschi, abbiamo incontrato don Mario Ghinassi, il parroco che è stato guida preziosa.I cicli di affreschi di Lazzeri sono stati realizzati in numerose chiese della Toscana, e fra i suoi vari incarichi ricoperti nel corso degli anni, c’è anche quello di capotecnico nella Soprintendenza di Arezzo, collaborando al restauro come quello della Leggenda della Vera Croce di Piero della Francesca. E’ tutta interessante la storia della chiesa di San Niccolò, voluta sin dal 1921, poiché quella che oggi è chiamata la chiesa vecchia e non più consacrata, non era più sufficiente per l’aumento degli abitanti. La prima pietra della chiesa nuova venne posta nel 1928 e, nonostante la crisi economica degli anni ’30 e poi la guerra, i lavori proseguirono. I fedeli parteciparono alle vicende della costruzione sorretti nella fede dai parroci che si susseguirono nella storia, don Buti e Cordovani.Finalmente il 4 agosto 1951 avvenne è la consacrazione e l’apertura al culto, officiata da monsignor Emanuele Migone, Vescovo di Arezzo. E nella lapide commemorativa si fa onore anche al popolo di Soci «che offrendo denaro e lavoro» ne aveva consentito l’esecuzione.Ma veniamo al grande affresco del Cristo Risorto posto sopra il portale che copre una superficie di 50 metro quadrati. Le suggestioni bibliche si fondono nei particolari narrativi dell’Antico e Nuovo Testamento che sembrano muoversi ed agire racchiuse nell’arco del Cristo Risorto che misura oltre due metri di altezza. Nel soffermarci sulle immagini, sentiamo uscire incontro a noi da quella parete, un canto d’amore e di fede che si irradia dalla figura stessa del Risorto. Questa non è l’unica opera di Silvano Lazzeri nella chiesa nuova di Soci: l’Istituzione dell’Eucaristia è l’altra opera che sembra invitarci alla Sacra mensa nella raffigurazione dell’Ultima cena posta nell’abside a livello dell’altare, con i segni ebraici che evidenziano la famigliarità delle narrazioni di quel locale chiamato «Cenacolo». Non rimane che invitare ad andare a Soci per l’anima e gli occhi di tutto quanto emana da queste opere che sono davvero interessanti.Gaby Oppi Ferretti