Ricordate le vecchie «catene di Sant’Antonio», lettere senza mittente che contenevano previsioni meravigliose per chi le avesse ricopiate e inviate in forma anonima ad una decina di persone e minacciavano sciagure a non finire nei confronti di chi le avesse interrotte? Ebbene, esistono ancora oggi. Magari più sofisticate e meno catastrofiche. Forse consumistiche e di certo tecnologicamente al passo con i tempi. Infatti, visto che ormai non siamo più capaci di prendere una penna in mano, anche i mitomani si sono adeguati alla moda dei messaggini sul cellulare.Alcuni giorni fa ne ho ricevuto uno con il seguente testo: «Ti regalo nove angeli che si prendano cura di te. Regalali a nove amici includendo anche me. In nove minuti riceverai buone notizie. Non fare domande». Ed io non ne ho fatte di domande. Visto che il testo non diceva se per ricevere buone notizie avessi dovuto prima inviare i messaggi, considerato che il mio credito telefonico era prossimo all’esaurimento, ho aspettato pazientemente i nove minuti. Chissà, ho pensato, forse il mio gestore telefonico mi comunicherà un premio fedeltà di 50 euro di traffico oppure arriverà la telefonata tanto attesa per quel lavoro fisso. O magari vincerò la lotteria. No, questo non di certo, visto che non gioco. Allora? Dieci, undici, dodici. Non è successo niente, la mia vita non è cambiata.A pensarci bene, poi, che cosa ne farei di nove angeli? Me ne basta uno, quello che sta sempre con me da quasi quarant’anni. Ognuno ha ricevuto in dono un custode celeste, indibile ai nostri occhi, ma presente nello spirito. Sta alla sensibilità personale coglierne i suggerimenti, avvertirne l’intervento nei momenti difficili. Perciò ringrazio chi ha pensato di regalarmene altri, ma ho deciso di interrompere il circolo vizioso: preferisco tenermi l’angioletto che mi è stato concesso gratuitamente, piuttosto che incrementare le entrate di qualche strana compagnia telefonica.Orietta Bartolini