Sansepolcro si prepara alla Festa del Volto Santo in programma domenica 25 novembre per la solennità di Cristo Re. Si racconta che il prototipo sia stato scolpito da Nicodemo aiutato dagli angeli. L’opera sarà custodita da cristiani. Poi nel Medioevo compaiono più Volti Santi; quello di Sansepolcro, nel 1406, fu donato dai Catani ad un sacerdote della pieve di Santa Maria (oggi la chiesa di Sant’Agostino) e lì rimase fino al 1770 quando fu trasferito in cattedrale. Pochi giorni prima della solennità al Crocifisso si sovrappone una tunica di velluto rosso e una corona regale. Domenica alle 18 il Vescovo, monsignor Gualtiero Bassetti, celebrerà la S.Messa solenne in duomo.«L’uomo è stato creato per l’immortalità»: Così dice il libro della Sapienza, e così ci dice il Cristo regale e trionfante sulla croce che nella prossima domenica verrà celebrato come Cristo Re. Icona diversa, tutto sommato, da quella della resurrezione perché qui, l’Uomo, non si lascia ghermire dalla morte. E perciò dà un nuovo significato all’esistenza, spesso in croce, come il suo corpo, e segnata dalla fine.Gli occhi, di una forza magnetica, sono rivolti verso il basso: «gli occhi del Signore sui giusti», ma anche: «il Signore è vicino a chi ha il cuore ferito» (Salmo 33). Il Cristo cerca, scruta, conosce, si offre al nostro sguardo trattenuto dalla croce nella sua potenza: ci lascia liberi. Ma il suo sguardo è serio, nel muto colloquio con l’umanità, come per una lunga attesa. I recenti incontri che ci sono stati qui a Sansepolcro sui capolavori di Piero della Francesca hanno evidenziato la serietà del volto del Risorto ma, per quanto acuta, nessuna interpretazione può esaurire il significato di una immagine sacra, proprio per il contenuto teologico che porta con sé. Questo, al limite, trascende anche l’intenzione dell’artista; disconoscerlo significa ridurre un’icona a puro ornamento. Tuttavia, ricollocare l’opera nella cultura e nella sensibilità del periodo in cui è stata concepita può aiutare a rendere più eloquente il suo messaggio. Ma il Volto Santo porta ancora con sé tutto il suo mistero e pertanto la sua presenza è miracolosa – e così è stata sempre intesa – e chiede una adesione oltre la bellezza dell’opera e l’esegesi storica. Le quali non limitano in nulla la contemplazione del fedele ma possono gradatamente ridurre lo spessore di una immagine nell’immaginario collettivo e sottrarla al suo compito primario che è parlare di Dio. Il libretto di Mons. Giacomo Babini, «Chi cercate?», recentemente pubblicato, vuole essere proprio una guida volta a ricondurre in primo piano la dimensione religiosa del nostro Volto Santo. Pertanto le preghiere riportate, tratte tutte sia dalla Liturgia e dai testi sacri che da scrittori di varia provenienza, segnano la strada per un rapporto meno filtrato dalla cultura e di maggiore intimità con il volto glorioso di Cristo.di Giuliana Maggini