Non si considerano come una sorta di salvagente per la «coppia che scoppia» o per i genitori alle prese con figli dai mille volti. Sarebbe come chiedere l’impossibile ai volontari del consultorio «La famiglia» di Arezzo che compie dieci anni. Invece, è ben più concreto il loro obiettivo: essere un sopporto per chi attraversa una crisi di relazione, senza badare se si tratta di una difficoltà di coppia, di incomprensioni fra genitori e figli, di frizioni nelle dinamiche familiari a più vasto raggio (come fra suocera e nuora).E’ la sfida di un gruppo che rappresenta una vera e propria bussola nel panorama aretino e che quasi in silenzio ha percorso un decennio di cammino incontrando molte decine di coppie (insieme a singole persone), ma anche facendo andare a buon fine una ventina di adozioni internazionali. Merito di una equipe di persone qualificate che adesso sono dieci e che sono «professionisti» della relazione.Dalle finestre del consultorio si vede piazza Grande. E’ in via San Niccolò che si affaccia la casa dove si trova questo riferimento per la famiglia. Ed è lì che è nato il consultorio nel 1997. In realtà tutto era cominciato quattro anni prima. «Era il 1993 quando chiedemmo all’allora Vescovo Giovanni D’Ascenzi di portare in diocesi una esperienza di questo tipo – racconta il presidente Gian Michele Malentacchi – Con mia moglie pensavamo fosse essenziale avere persone esperte che potessero essere di aiuto alle famiglie ma anche alle parrocchie». Per tre anni andarono a scuola: a scuola di consulenti. E nel ’97, sotto il Vescovo Carraro, i primi «consulenti familiari» fecero il loro ingresso in città e costituirono l’associazione «La famiglia» che gestisce il consultorio.Tre sono oggi gli ambiti d’azione. C’è il vero e proprio consultorio che si occupa di problemi di relazione in famiglia. «Non bisogna pensare che qui siamo in grado di “salvare” una coppia che ha già fissato l’appuntamento con l’avvocato per la separazione – spiega Malentacchi – Invece possiamo essere un sostegno se ci si rivolge al consultorio nel momento in cui si avvertono i primi segni di difficoltà». E la crisi in famiglia può emergere per differenti motivi. «Si va dalla mancata definizione dei rapporti con la famiglia di origine alla visione dell’amore fondato soltanto su stati emotivi e non su un progetto definitivo – afferma Malentacchi – Ma non mancano crisi per la presenza di una malattia, per la nascita dei figli, per le conseguenze psichiche di aborti anche spontanei, per i casi di dipendenza da sostanze».Il secondo fronte su cui si muove l’associazione è quello della «scuola di formazione per consulenti familiari». Al centro c’è sempre la relazione di aiuto che può portare benefici a chiunque. Non è un caso che alle lezioni partecipino anche medici, insegnanti, infermieri, assistenti sociali, catechisti, psicologi e persino bancari. «Molti professionisti avvertono l’esigenza di avere uno stile diverso di approccio nel loro lavoro», sottolinea Malentacchi.E l’ultima scommessa lanciata dal consultorio è il servizio di microcredito che viene ospitato nei locali della Caritas di Arezzo. «E’ un piccolo contributo nella lotta all’usura – annuncia il presidente – e un modo con cui offrire una prospettiva per uscire da situazioni di stallo con la concessione di piccoli finanziamenti. In fondo il benessere di una famiglia passa anche dal versante economico». di Giacomo Gambassi