A distanza di un anno dalla sua morte, le sue consorelle hanno pensato di dare alle stampe una raccolta di scritti di suor Petra Giordano, monaca domenicana vissuta per 72 anni nel monastero di Santa Maria del Sasso a Bibbiena. Si tratta di Attratta da Cristo, divina bellezza, raccolta di scritti spirituali, riflessioni, propositi e preghiere. Un libro che è possibile ritirare gratuitamente presso il monastero. L’opera, riccamente illustrata, è una sorta di diario spirituale iniziato nel 1939 e terminato nel 2005, integrato dalle relazioni sulla vita della suora da tutti ricordata come sorella da cui «traspariva santità».Santa Maria del Sasso a due passi da Bibbiena. Un santuario la cui storia inizia nel maggio 1347 quando su un «sasso» apparve la Vergine e che qualche mese dopo fra’ Martino di Poppi scelse come luogo del suo eremitaggio. Posta lungo un antico percorso dei pellegrini diretti alla Verna, la cappella eretta divenne, con l’estendersi del culto mariano, una chiesa. Al suo fianco nacque prima un ospizio e nel 1495 si costituì un convento domenicano. Ad accompagnare i 24 religiosi della prima comunità pare sia stato Gerolamo Savonarola. Il 5 maggio 1927 la struttura conventuale venne concessa alle sorelle Domenicane. Provenivano da un monastero di Lucca che anni prima erano state costrette ad abbandonare perché trasformato in una manifattura tabacchi. Così nacque il monastero di Santa Maria del Sasso. Oggi è uno dei 29 monasteri domenicani in Italia.In questa comunità caustrale il 4 novembre del 1934 giunse una giovane di ventisette anni. Si chiamava Nicoletta Giordano. Era nata a Napoli, primogenita di una famiglia di nove figli. A quattordici anni si era trasferita a Roma insieme alla numerosa famiglia. Aveva frequentato i domenicani di Santa Maria sopra Minerva, a due passi dal Pantheon. E’ la chiesa dove è sepolto il genio toscano fra’ Giovanni da Fiesole, cioè quel Beato Angelico che ha trasportato «la luce spirituale» nell’arte pittorica del Rinascimento. Una luce spirituale e intellettuale che assorbì anche la giovane Nicoletta e la portò nel monastero casentinese.Il 6 maggio 1936 emise la prima professione di fede, l’11 maggio 1939 quella solenne. Fino alla morte, avvenuta il 21 giugno 2006, sarà suor Petra Giordano: una monaca «attratta da Cristo e dalla sua Divina bellezza». I sui sette decenni di vita in clausura sono stati segnati da un instancabile cammino verso «la perfezione», che per suor Petra significava «mirare ad una sola cosa: la completa trasformazione in Gesù». Per venticinque anni fu maestra delle novizie, più volte è stata priora del monastero. Sapeva ricamare e dipingere, era giovale ed affabile, ma soprattutto era capace di fissare, con la sua piacevole grafia, elevati pensieri e riflessioni spirituali. Nascevano dal suo cuore e dal suo affidarsi completamente al Padre. In tanti quaderni e scritti si parla di solitudine, di dubbi, di sofferenze, di dolore capaci però di trasformarsi in doni, atti d’amore, in «Alleluia». In un foglio sono riassunti i suoi propositi, perseguiti con tenacia. «Morire prima di mancare alla carità; agire sempre con semplicità; dare sempre il buon esempio; ricordarsi che i migliori sono quelli che riconoscono le loro imperfezioni; tendere non al più facile, ma la più difficile; per assaporare tutto, non aver gusto di cosa alcuna» sono solo alcuni frammenti di una lezione che travalica le mura di un monastero; sono una traccia per una retta via indicata ad ogni persona. Adesso tutto quanto parla di suor Petra è raccolto in questo libro: un esempio di come si possa capire l’uomo, la Chiesa e il mondo anche dall’interno di una cella monastica. Come ha scritto la laica domenicana, Maria Grazia Moretti, a leggere queste pagine «lo stupore ci coglie di fronte a tanta ricchezza di insegnamenti».Alessandro Gambassi