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Dio si fa uomo: e’ lui la speranza di una società nuova

Carissimi fratelli e sorelle,ci stiamo preparando a celebrare la grande festa della nascita di Cristo Salvatore e nel cuore di ognuno di noi si è ravvivata l’attesa del ritorno glorioso del Figlio di Dio. Nella celebrazione del Natale, la comunità cristiana ricorda la prima venuta di Gesù e annuncia la sua manifestazione gloriosa alla fine dei tempi, guardando con fiducia e speranza all’orizzonte della storia per scorgere la luce che viene. Si tratta di una speranza che, come ci ricorda papa Benedetto XVI nella sua recente enciclica Spe salvi, non è priva di fondamento, ma si appoggia su un avvenimento che si colloca nella storia e al tempo stesso eccede la storia: è l’avvenimento costituito da Gesù di Nazaret; è, dunque, una speranza non vaga e illusoria, ma certa e affidabile, perché «ancorata» in Cristo, Dio fatto uomo, roccia della nostra salvezza.Il tempo dell’Avvento è, allora, l’immagine del cammino della Chiesa, del cammino di ciascuno di noi; è l’immagine del tempo che ci separa dalla venuta gloriosa di Cristo, quando si compiranno tutte le promesse e avverrà l’incontro con Lui, che amiamo senza averlo visto e nel quale abbiamo messo la nostra fede. E’ un tempo riservato alla conversione al rafforzamento della fede: soltanto la grazia di Dio e la conversione ci possono liberare dalle tenebre e introdurci nella «luce» della salvezza.Assai spesso la società è sopraffatta da sentimenti di disperazione, che corrodono il cuore dell’uomo e inducono a pensare che dentro di noi e intorno a noi regni il nulla: se manca Dio, viene meno la speranza e tutto perde di «spessore». Presentando la sua enciclica, Benedetto XVI scrive: «E’ come se venisse a mancare la dimensione della profondità ed ogni cosa si appiattisse, privata del suo rilievo simbolico, della sua “sporgenza” rispetto alla mera materialità. E’ in gioco il rapporto tra l’esistenza qui ed ora e ciò che chiamiamo “aldilà”. A questa attesa dell’uomo Dio ha risposto in Cristo con il dono della speranza».La speranza viene da Cristo che si fa uomo. E’ lui il modello a cui va guardato per costruire una «società nuova» che abbia al centro il bene comune e che si impegni a tutelare i valori irrinunciabili di cui ho accennato più volte in diversi interventi, a cominciare dal lavoro. Il lavoro è il mezzo con cui l’uomo collabora all’attività creatrice di Dio ed è parte integrante della condizione umana. Oggi c’è più che mai bisogno di occupazioni certe che non siano scosse dal precariato e che siano legate a retribuzioni adeguate. L’attuale sistema produttivo non può seguire soltanto la logica del profitto. Altrimenti anche qui si corre il rischio di avere una concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi. Già alcuni segnali preoccupanti si registrano nell’aretino: famiglie che in passato potevano dirsi benestanti non riescono a far fronte ai propri bisogni primari e orari di lavoro sempre più intensi hanno come scopo principale quello di raggiungere un salario minimo per far vivere dignitosamente la propria famiglia. Di tutto ciò ne risentono i genitori che si trovano a non poter assicurare un avvenire sereno ai figli; ne risentono i giovani che hanno difficoltà a formare una famiglia; ne risentono persino gli anziani che sono chiamati a supplire alle carenze economiche dei nuclei familiari. Per questo occorre dire che c’è bisogno di sicurezza nel mondo del lavoro: sicurezza dal punto di vista della garanzia di un impiego certo e giustamente ricompensato; sicurezza come garanzia di luoghi e condizioni di lavoro prive di pericoli. La normativa c’è, ma è urgente farla rispettare anche attraverso controlli più capillari. Infatti, la persona è il metro della dignità del lavoro e la vita non può mai essere immolata sull’altare del business.Nel Natale è Dio che torna a bussare alla nostra porta, che chiede spazio nel nostro cuore in cerca di accoglienza e vuole rivelarsi nel mistero di Cristo, mediante i sacramenti e la Parola, affinché tutti possano conoscerlo. Attraverso la Chiesa, il Padre vuole parlare all’uomo di oggi e salvare l’umanità, e ciascuno di noi, in forza della grazia battesimale alimentata con la partecipazione ai sacramenti, deve offrirsi come strumento per il progetto di Dio. Buon Natale! Gualtiero BassettiVescovo