Era il 2005 quando a Colonia Benedetto XVI parlò dei Magi. Con le parole del Papa, l’equipe dell’Ufficio catechistico diocesano augura a tutti e a ciascuno lo stesso stupore dei Magi di fronte a quel Bambino, lo stesso sguardo di chi riconosce che la vita, grazie a quel Bambino, può ricominciare ogni giorno.«Entrati nella casa, videro il Bambino con Maria sua madre e, prostratisi, lo adorarono». Possiamo immaginare lo stupore dei Magi davanti al bambino in fasce. Solo la fede permise loro di riconoscere nei tratti di quel bambino il Re che cercavano, il Dio verso il quale la stella li aveva orientati. In lui, colmando il fossato esistente tra il finito e l’infinito, tra invisibile e l’invisibile, l’Eterno è entrato nel tempo, il Mistero si è fatto conoscere, consegnandosi a noi nelle membra fragili di un piccolo bambino. «I Magi sono piene di stupore davanti a ciò che vedono: il cielo sulla terra e la terra nel cielo; l’uomo in Dio ed io nell’uomo; vedono racchiuso in un piccolissimo corpo che non può essere contenuto da tutto il mondo». (San Pietro Crisologo). La felicità che cercate, la felicità che avete diritto di gustare ha un nome, un volto: quello di Gesù di Nazareth. Solo Lui dà pienezza all’umanità! Con Maria, dite il vostro «sì» a quel Dio che intende donarsi a voi. Vi ripeto oggi quanto ho detto all’inizio del mio pontificato: «Chi fa entrare Cristo nella propria vita non perde nulla, nulla-assolutamente nulla di ciò che rende la vita libera, bella e grande. No, solo in questa amicizia si spalancano le porte della vita. Solo in questa amicizia si dischiudono realmente le grandi potenzialità della condizione umana. Solo in questa amicizia noi sperimentiamo ciò che è bello e ciò che libera». Siatene pienamente convinti: Cristo nulla togliere di quanto avete in voi di bello e di grande, ma porta tutto a perfezione della gloria di Dio, la felicità degli uomini, la salvezza del mondo.