Oramai è tempo di bilanci per l’amministrazione comunale di Sansepolcro. Molte sono le novità previste per la città anche se l’assessore al mette subito le mani avanti: «I comuni hanno ormai margini di manovra risicati potendo far leva solo su Ici, addizionale Irpef e sulle contravvenzioni». Andiamo perciò a vedere assieme all’assessore Umberto Giovagnini alcuni dei provvedimenti più significativi messi in atto fino ad oggi. Si può già tracciare un primo bilancio? «Con la vendita dell’ ex area Silbacar, una operazione da oltre un milione di euro, unita ad altre operazioni di vendita, abbiamo avuto delle buone entrate per il Comune impegnato nel rispetto dei parametri posti dal patto di stabilità. L’obiettivo però è stato raggiunto anche grazie allo sforzo richiesto ai cittadini ritoccando l’addizionale Irrpef e il ritocco di qualche tariffa per servizi, dagli incassi relativi a fideiussioni ed oneri di urbanizzazione e col recupero dell’evasione dell’Ici. Ma del resto gli incassi da servizi come acqua, metano e nettezza urbana non ci sono più, si sono ridotte le entrate dovute all’Ici, i parametri dell’Istat incidono per 170mila euro mentre altri 120mila servono per l’adeguamento contrattuale del personale. Il punto è quindi che i comuni hanno ormai margini di manovra risicati potendo far leva solo su Ici, addizionale Irpef e sulle contravvenzioni». Quali sono stati gli investimenti più significativi? «Il personale è salito di sette unità: due architetti, un ingegnere responsabile dell’ufficio tecnico, un amministrativo, un vigile nell’ambito della polizia municipale, un dipendente per i trasferimenti interni del personale ed un altro entrato a titolo definitivo in ragioneria. Circa 160mila euro sono stati impiegati per la videosorveglianza che inizierà nel 2008, 25mila per la revisione del Ced, con l’intenzione di fare altrettanto per la informatizzazione dell’urbanistica. Per il Museo civico è previsto un capitolo di spesa grazie al contributo di 62mila euro provenienti dalla “quota parte” dei biglietti cumulativi venduti durante la mostra su Piero e che permettevano la visita alle tre sedi espositive (Arezzo, Sansepolcro e Monterchi) insieme ad oltre 100mila euro provenienti da introiti sempre della mostra su Piero. Circa 500mila euro, la metà dell’incasso sull’area ex Silbacar, sono serviti per interventi di manutenzione su strade comunali, mentre a breve inizieranno i lavori sul parcheggio di San Puccio e di via Malatesta e per l’apertura pedonale di via dei Balestrieri. È stato tolto dal bilancio il progetto del secondo ponte sul Tevere perché finanziato grazie ad un project financing. Una quota annua di 176mila è stata stanziata per il trasferimento della scuola elementare “De Amicis” al Centro Valtiberino. E e qui si apre un capitolo davvero delicato visto che la necessità di interventi riguarda tutti gli edifici scolastici». Ci saranno aumenti di aliquote, spostamenti o redistribuzione di personale? «Non vorremo rivedere al rialzo le imposte e tasse. Sul personale seguiremo tre linee guida: le necessità contingenti dei vari settori, quelle dei dipendenti ed una migliore organizzazione del lavoro. Mi piacerebbe fosse creato un ufficio in grado di studiare la possibilità di reperire dei finanziamenti territoriali superiori, il potenziamento dell’ufficio di relazione col pubblico e del Ced. Un’altra mia idea sarebbe quella di spostare il museo della Resistenza nel locali dell’ufficio scuola per avere a disposizione esclusiva del Comune l’intero Palazzo Aggiunti necessario per sistemarvi degli uffici comunali». Cosa si sente di raccomandare ai cittadini per concludere? «Non si cada nell’equivoco di considerare il Comune come un ente erogatore sul quale poter contare con troppa semplicità ed in ogni momento. I progetti provenienti dalle varie categorie devono essere presentati prima della stesura del bilancio. Sarà poi l’amministrazione che valuterà l’opportunità o meno di finanziamento. Non vorrei che la buona volontà del sindaco, sempre disposto ad ascoltare e restio a no decisi, venisse in qualche modo egoisticamente sfruttata». di Filippo Giovagnoli