Arezzo - Cortona - Sansepolcro

Un libro di Natale per i detenuti di Arezzo

Da tempo stavamo preparando un incontro per i detenuti del carcere di Arezzo. Come essere presenti, noi Figlie di San Paolo e Cooperatori, nel giorno di Natale in mezzo ai carcerati? Abbiamo interpellato il cappellano, don Dino Liberatori, il quale ha precisato che i detenuti erano circa 95, una quarantina di religione cattolica, altri di varie religioni. Ci siamo documentate circa le pratiche burocratiche e abbiamo deciso per la scelta di alcuni libri validi da donare ai carcerati durante la S.Messa celebrata dal Vescovo.Non sono mancate le difficoltà. Primo, non riuscivamo a determinare i libri adatti ai carcerati; secondo, gli scioperi dei camionisti hanno ritardato la consegna effettiva dei libri e finalmente il 17 dicembre sono giunti alla Libreria Paoline di Arezzo i volumi tanto desiderati. I testi scelti sono stati due di narrativa Ranchero e La voce delle pietre a cui si è aggiunto un altro titolo Così umano e così divino sulla cristologia narrativa delle Edizioni Paoline.Venerdì 21 dicembre varcammo la soglia del carcere. Sorprendente l’entrata, l’attesa, l’arrivo del Vescovo, il folto numero dei detenuti. Molte le persone amiche che hanno partecipato alla Celebrazione eucaristica. Calda e coinvolgente l’omelia di monsignor Gualtiero Bassetti che ha richiamato alla pace del cuore, alla fraternità e alla responsabilità. Ha affermato che quest’anno nel suo presepio ha voluto mettere in evidenza due statue: quella del bue e dell’asino, i soli a riscaldare Gesù alla sua nascita. «Anche l’uomo d’oggi – ha proseguito il Vescovo – ha bisogno di essere riscaldato e noi possiamo essere coloro che riscaldano e liberano dal gelo spirituale, morale e fisico». Don Dino ha animato la celebrazione eucaristica e ha seguito con paternità i detenuti. Al termine della S.Messa un carcerato ha ringraziato tutti i partecipanti, in particolare quelli che si erano prodigati per porgere un dono natalizio.I libri erano esposti fuori dalla cappella e noi abbiamo cercato di distribuirli spiegando ad ogni carcerato il messaggio del libro. Alcuni si sono fermati a parlare e tutti hanno dimostrato interesse e apprezzamento per l’iniziativa.Lucia Zamboni