Arezzo - Cortona - Sansepolcro

Il Vescovo fra le giostre del luna park «La pace parte dalle nostre famiglie».

Per un giorno il duomo di Arezzo non è quello che domina dall’alto la città, ma una pista di autoscontro alla periferia del capoluogo. Una rete metallica e i pilastri in acciaio hanno preso il posto delle navate gotiche e un carosello di luci colorate sostituisce le prestigiose vetrate di Guglielmo di Marcillat.Ecco la singolare chiesa che il Vescovo, monsignor Gualtiero Bassetti, sceglie come sua «cattedrale». Una cattedrale a misura di chi passa la vita fra roulotte, camper e giochi per ragazzi e adulti. E’ il mondo nomade delle famiglie cresciute intorno al luna park di via Arno dove monsignor Bassetti entra per la Messa alla vigilia dell’Epifania, in mezzo a castelli incantati, montagne russe e tappeti volanti. Il tempio del divertimento è a due passi dai grandi magazzini: cento persone, cinquanta attrattive, un unico «villaggio» ambulante. In pratica, un parco dello svago ma anche un paese su quattro ruote in cui passano l’inverno i giostrai della provincia.«Questi spazi – afferma il Vescovo – danno sollievo al corpo e allo spirito. Aiutano a disporre con saggezza del tempo libero e favoriscono la serenità dell’anima e una sana distensione». Davanti a sé, monsignor Bassetti ha un angolo di Arezzo che ha i volti di nonna Angela che ha centouno anni e ha percorso migliaia di chilometri con le sue giostre, dei genitori con il figlio nato durante un viaggio, dei ragazzi dei proprietari dei giochi che cambiano città ogni settimana, degli operai arrivati dal Pakistan o dal Bangladesh che si avvicinano fin sotto l’altare pur scambiare il segno della pace col Vescovo.Monsignor Bassetti li chiama i «fratelli del luna park» e, invece di parlare di «tenda del Signore», ricorrere all’espressione «roulotte di Dio». «E’ un modo per far sentire la vicinanza della Chiesa a una comunità che può apparire figlia di nessuno», spiega don Carlo Volpi, assistente spirituale di fieranti e circensi. Non è un caso che la celebrazione sia calata nel tempo di Natale. «Come i Magi si misero in cammino – chiarisce il Vescovo – così la gente delle giostre avverte l’esigenza di muoversi per offrire ciò che ha di più caro: la propria arte ludica». Poi un richiamo: «Nelle nostre città va superato ogni pregiudizio». Ad Arezzo già accade: sulla pista che ospita l’altare ci sono anche alcuni fedeli delle parrocchie, gli scout che animano la celebrazione con i canti, il direttore diocesano di «Migrantes», don Angelo Chiasserini. «C’è sempre più bisogno di un’attenta pastorale della mobilità», spiega don Chiasserini.Monsignor Bassetti viene ricevuto come un parente stretto dai titolari delle attrazioni che loro chiamano «mestieri». «La pace è l’aspirazione di ogni uomo – sottolinea il Vescovo durante l’omelia – E occorre cominciare dalla famiglia: quando non c’è concordia fra le mura domestiche, manca tutto». Poi monsignor Bassetti invoca una benedizione sul luna park della città.«C’è un forte sentimento religioso fra le famiglie del luna park – spiega don Volpi – Certo, anche un cammino di fede va letto alla luce di una vita da girovaghi che è segnata da tempi completamente differenti». Un esempio? «La domenica è il principale giorno di lavoro – racconta l’assistente – Quindi diventa quasi impossibile partecipare alla Messa. Ma in molti lo fanno durante la settimana».