Arezzo - Cortona - Sansepolcro

E a Policiano il presepe aiuta a riscoprire il battesimo

«Dio è pazzo d’amore» e «venne ad abitare fra noi». Con questo titolo la parrocchia di Policiano ha scelto di completare la catechesi del terzo anno di riflessione sul battesimo proposto dalla diocesi. Il battistero nuovo, realizzato dal popolo per onorare il cinquantesimo di sacerdozio del parroco, ha dato lo spunto a don Angelo Valli per inserirlo dentro la realtà del presepe 2007. Attraverso il battesimo Dio si è di nuovo inserito dentro la realtà dell’uomo per «lavarlo« dal peccato. Non solo si è accontentato di toglierci il peccato, ma è voluto rimanere con noi attraverso il pane e il vino. Dio, «nella pienezza dei tempi», ha manifestato di essere veramente «pazzo» d’amore per l’uomo.Il presepe, allora, è diventato un segno di «abitazione» che fa passare l’uomo attraverso il battesimo per condurlo verso l’altare dove si concretizza nei segni del pane e del vino l’amore di Dio per l’uomo. Sopra la vasca, a forma d’uovo, (anche l’uovo è segno di vita che nasce), è stato posto Gesù Bambino, espressione dell’«uomo nuovo» sorto dal battesimo. Sotto il tetto della capanna, abitazione effimera dell’uomo mortale, sè trovava una tavola imbandita col pane e col vino. Maria e Giuseppe non hanno adorato il Bambino, ma erano chini in segno di venerazione verso quel pane e quel vino che diverrà l’Eucaristia. Alla sommità della capanna è stata collocata una stella luminosa che vuole rappresentare la via che ci indica la Chiesa per raggiungere dove è veramente Gesù dell’altare. Quindi l’Angelo che esprime il «messaggio» di Dio e che passando attraverso il sacramento del battesimo ci introduce alla «mensa eucaristica». Il presepe è diventato, quindi, un segno del passaggio dell’amore di Dio verso l’uomo: l’amore di Dio ci introduce a mangiare quel pane consacrato sull’altare, cibo che ci alimenta nel cammino verso quella mensa del cielo ove vedremo Dio «faccia a faccia». Fare il Natale vuol dire, partendo dalla sua prima nascita, introdurci verso quel cibo che c’è offerto nella S.Messa festiva. La S.Messa non è solo Pasqua che si ripete perpetuandosi nel tempo, ma è anche Natale che viene a noi come cibo che ci nutre e santifica.