C’è il catechista, l’animatore liturgico e l’operatore della carità. Ma in parrocchia c’è anche l’animatore della comunicazione e della cultura. O almeno dovrebbe esserci, per aiutare la comunità a interpretare il mondo dell’informazione e a servirsi dell’alfabeto dei mass media. Una sorta di «inviato speciale», come lo ha chiamato con uno slogan la diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro che lo ha lanciato da due anni. Era l’inizio del 2006 quando i primi animatori hanno fatto il loro ingresso nelle parrocchie pilota scelte per collaudare la nuova figura delineata dai vescovi italiani. Forti di tre mesi di incontri e laboratori, si sono tuffati in percorsi che spaziano da Internet alle rassegne stampa fino ad approdare al cinema e all’impegno nei media.La rete, le email, i siti, le tavole rotonde, la tv sul computer, le immagini sono i nuovi «pulpiti» a cui si guarda in diocesi. Lo dimostrano gli esperimenti lanciati dalle parrocchie dell’aretino. C’è chi ha puntato sul web come la comunità di San Francesco Stimmatizzato nel quartiere di Saione ad Arezzo o quella di Rassina che ha un sito aggiornato in tempo reale e fa entrare nelle case le email con le ultime notizie sulla parrocchia. C’è chi ha lanciato un’associazione culturale come la parrocchia del Sacro Cuore ad Arezzo: l’ha ribattezzata «Testa e croce» perché punta a coniugare fede e ragione. Sempre al Sacro Cuore il nuovo sito parrocchiale permette addirittura di esprimere opinioni tramite sondaggi on-line sulla vita della comunità. E c’è chi ha realizzato una sorta di «oratorio dei media»: è la parrocchia di San Giovanni Evangelista a Sansepolcro che, con un gruppo di giovani e adulti, ha aperto un Internet point e una mini-redazione che produce servizi tv e articoli di giornale. C’è chi ha scommesso sul cinema come la parrocchia di Sant’Agnese nel quartiere di Pescaiola ad Arezzo. C’è chi si è affidato alla rassegna stampa come la parrocchia di Santa Teresa d’Avila a San Giovanni Valdarno dove viene realizzato un pieghevole con stralci di articoli.Adesso che le esperienze si stanno consolidando, la diocesi guidata dal Vescovo monsignor Gualtiero Bassetti propone una nuova sfida: estendere la presenza dell’animatore della comunicazione in tutto il territorio diocesano. Come? Partendo dalla formazione. Sulla falsariga di due anni fa, l’«alfa» sarà un corso promosso dall’ufficio delle comunicazioni sociali guidato da Massimo Rossi che vedrà collaborare una testata nazionale come Avvenire con il settimanale della diocesi Toscana Oggi e le due emittenti diocesane TeleSanDomenico e Radio Incontri. Un’alleanza per capire in quale modo è possibile «essere Chiesa nell’era della comunicazione», come sottolinea il titolo dell’iniziativa. L’obiettivo è di aiutare a «guardare la comunità cristiana attraverso i mass media» con un percorso in sei tappe che toccherà tutti i mezzi di comunicazione, spiegati e decifrati da chi li vive ogni giorno. Cinque mesi di «lezioni» che cominceranno con un’appendice alla festa di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, e si chiuderanno alla vigilia della Giornata mondiale delle comunicazioni sociali.Il primo incontro è quello giovedì prossimo, 31 gennaio, alle 21, nel palazzo vescovile di Arezzo. Ospite sarà don Giovanni D’Ercole, capo ufficio della sezione affari generali della Segreteria di Stato vaticana e autore di trasmissioni Rai, che si confronterà con i giornalisti delle testate aretine su «Comunicare oggi: parlare di tutto, informare di poco, riflettere su nulla?». Infatti, l’appuntamento d’esordio coincide con il tradizionale incontro fra i giornalisti che operano nelle testate diffuse in tutto il territorio diocesano e il Vescovo, monsignor Gualtiero Bassetti, in occasione della festa di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti. Ecco, quindi, che l’appuntamento di giovedì sera vedrà in prima linea anche gli operatori del mondo della comunicazione aretino: infatti, accanto a don D’Ercole, animeranno il dibattito Ivo Brocchi, giornalista di Teletruria, Sergio Rossi, responsabile della redazione aretina de La Nazione, e Federico Sciurpa, responsabile della redazione de Il Corriere di Arezzo. L’incontro è aperto a tutti.Il corso per animatori della comunicazione e della cultura proseguirà nella sede della Fondazione TeleSanDomenico, in via San Domenico, 12, ad Arezzo con Daniele Morini, giornalista di Sat2000 e autore del programma di Raiuno «A sua immagine», il 21 febbraio quando si parlerà delle «telecamere puntate sulla Chiesa»; con il caporedattore di Avvenire, Francesco Ognibene, il 27 marzo per «leggere la Chiesa sulla carta stampata» e avere una panoramica sugli animatori della comunicazione in Italia; con la vaticanista di Apcom, Serena Sartini, il 10 aprile per analizzare la «notizia che corre veloce» grazie a internet e agenzie di stampa; con il caporedattore di Toscana Oggi, Claudio Turrini, il 23 aprile per analizzare computer e rete come «nuovi pulpiti». Il finale, di nuovo nel palazzo vescovile, con il responsabile di RaiVaticano, Giuseppe De Carli, che alle 21 di lunedì 12 maggio affronterà il tema «La Santa Sede e la comunicazione fra Giovanni Paolo II e Benedetto XVI». Tutti gli incontri sono aperti all’intera diocesi.L’ufficio stampadella diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro