Arezzo - Cortona - Sansepolcro

«Noi, al fianco di Giovanni Paolo II nei suoi viaggi».

«Gli occhi dei bambini africani giudicheranno il mondo». Questa affermazione di Giovanni Paolo II è quella che meglio sintetizza il senso delle iniziative con cui il circolo «Verso l’Europa» ha inaugurato il 38° anno culturale. Proprio nel ricordo del Papa polacco, nella sala dell’associazione industriali di Arezzo, alla presenza di un pubblico eccezionalmente numeroso, dopo un saluto di Donato Palarchi, sotto la presidenza di Paolo Nepi, due personaggi illustri, Luigi Accattoli, giornalista del Corriere della Sera e Domenico Giani, direttore dei servizi di sicurezza e protezione civile dello Stato della città del Vaticano, hanno parlato dei «viaggi nel mondo di Papa Wojtyla».Accattoli ha ricordato come Giovanni Paolo II fosse un viaggiatore eccezionale: 104 viaggi nel mondo di cui 62 in Europa, 146 in Italia, visitando 129 paesi diversi. Cosa lo muoveva? Il Papa aveva una vocazione missionaria, quindi i viaggi sono missioni straordinarie. Viaggiare era per lui il modo ordinario di svolgere il ministero petrino. Il viaggio è stato anche strumento di comunicazione e un modo di governare la Chiesa. Viaggiando ha instaurato un rapporto vivo con gli episcopati, superando le incomprensioni. Non ha potuto, ma avrebbe voluto visitare la Cina e la Russia. Avrebbe voluto toccare anche altre terre: Eire, Iraq, Vietnam, Corea del Nord. E’ riuscito ad andare in Bosnia e in Libano dove c’era guerra. Ad un bambino che gli chiese «perché viaggia sempre?» il Papa rispose: «Perché Gesù ha detto andate in tutto il mondo». Ai Vescovi italiani: «Cristo non ha detto sedete in Vaticano, ma viaggiate in tutto il mondo». Ha voluto attrezzare la cattolicità a rispondere alla crisi in cui si trova il mondo e lo stesso cattolicesimo.Appassionata è stata la relazione di Domenico Giani che del Papa deve tutelare la sicurezza. «Il mio incarico è stato un segno della Provvidenza che davvero ci guida e ci guarda». Così ha esordito colui a cui è affidata la tutela del Pontefice. Giani ha ricordato i viaggi, le uscite riservate, spesso per fare una camminata in montagna, le responsabilità del piccolo nucleo di sette persone che accompagna il Papa, le rotture del protocollo con la ricerca del colloquio con il singolo fedele, l’amore della gente che lo ha circondato sempre, il sacrificio che è andato spesso al di là delle sue forze. Ha evidenziato inoltre come il Papa pregasse molto e come prendesse le decisioni più importanti in preghiera davanti al Santissimo. Giani ha terminato con il richiamo al soggiorno all’ospedale «Gemelli», con il ricordo della sua vicinanza al Papa sofferente, portatore del messaggio evangelico nel mondo e portatore sereno della Croce che Lui ha abbracciato totalmente.Da anni il Circolo invita sacerdoti di paesi diversi alle sue iniziative culturali e religiose. E’ tornato ad Arezzo, in questa circostanza, anche don Protase Rugambwa della Tanzania che proprio il giorno prima Benedetto XVI aveva nominato Vescovo di Kigoma, in Tanzania. Palarchi ne ha dato l’annuncio nel corso della conferenza e il pubblico ha applaudito il nuovo Vescovo africano di soli 43 anni. In occasione della giornata della pace, in cattedrale, la solenne concelebrazione è stata presieduta dal messicano Francisco Ramos. Nell’omelia il sacerdote ha definito la pace «un bene supremo». Anche don Alvaro Bardelli, parroco della Cattedrale, nell’esprimere sentimenti di amicizia per il Circolo, ha rivolto un saluto al nei vescovo tanzaniano. Monsignor Gualtiero Bassetti ha espresso il desiderio che monsignor Rugambwa torni ad Arezzo per festeggiare la sua nomina episcopale assicurando l’aiuto economico per l’acquisto di una jeep, utile al suo apostolato. La giornata si è conclusa nel ricordo del 25° anno del comitato «Amici di don Vittorione», presieduto da Vera Butali con un concerto.Roberto Giusti