Arezzo - Cortona - Sansepolcro

«Ecco quel Gesù, il Signore, visto dalle celle di Cortona» .

«E voi, chi dite che io sia?». È la domanda, attinta dal Vangelo, che padre Teobaldo Ricci, ottantaquattrenne francescano delle Celle di Cortona, ha posto come sottotitolo alla sua recente pubblicazione. Domanda che, in duemila anni di storia, si sono posti in tanti, incominciando da Giovanni Battista, dai sacerdoti del tempio, da Pilato, da Caifa, da Erode, dalla gente della Palestina; una domanda che ha attraversato i secoli per interpellare anche gli uomini di oggi, almeno quelli che ricercano Dio con cuore sincero. La risposta la cogliamo nel titolo stesso del volumetto: Quel Gesù, il Signore (ed. Porziuncola, Assisi, febbraio 2008). Ma alla risposta ci arriviamo, com’è ovvio, solo gradualmente, guidati da padre Teobaldo che, con stile giornalistico e con un’ineccepibile documentazione, se pur con linguaggio semplice e concreto, apre la strada, passo dopo passo, alla conoscenza di Gesù, del suo messaggio, del mistero di un uomo che si proclama Figlio di Dio e sorgente di Verità. È significativo che l’editore abbia pubblicato l’opera nella collana Cantico, «libri per ascoltare e pregare la Parola di Dio»: niente di più azzeccato.Ma chi è questa persona, di fronte alla quale ogni uomo è costretto a prendere posizione, impossibilitato a rimanere neutrale o indifferente? È un extraterrestre, svela padre Teobaldo, aprendo il sipario su questo Gesù che afferma categoricamente: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo»; dichiara di essere presente anche nei tempi che lo hanno preceduto; stupisce i suoi ascoltatori quando afferma che la sua biografia, che ne delinea fisionomia e momenti salienti di vita, è stata scritta secoli prima che egli si manifestasse tra gli uomini. Di lui ha scritto Mosè, di lui ha parlato David, di lui ha anticipato gli eventi Isaia, tanto che nella sinagoga di Nazareth Gesù può dichiarare: «Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udito con i vostri orecchi».Vissuto prima del tempo, Gesù dichiara addirittura di essere Figlio di Dio: «Io sono nel Padre come il Padre è in me». Parole che lasciano interdetti, ma, di fronte ad ogni perplessità, Gesù rincara la dose: «Noi parliamo di quel che sappiamo e testimoniamo quello che abbiamo veduto». E mette alla prova i suoi discepoli: «Voi chi dite che io sia?». Risposta: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». Gesù approva e dichiara beato chi è stato così chiaramente illuminato dal Padre.Ma ecco affacciarsi un primo problema: questo Gesù è un mito o un evento? Padre Teobaldo si preoccupa di confutare l’opinione che molti episodi riguardanti la persona di Gesù siano mito, aggiunta, rifacimento posteriore rispetto alla sua vera storia e lo fa ricorrendo ad un’analisi minuziosa di alcuni episodi del Vangelo, soprattutto dei miracoli e delle parabole, che manifestano «perfetta fusione e corrispondenza del loro contenuto con la vita di colui che le ha create», per arrivare alla conclusione che «tutto quello che leggiamo di Gesù nei Vangeli si riferisce ad una persona materialmente esistita». Tanto reale e fisicamente vera che, tra i titoli che si attribuisce, Gesù ricorre spesso e con enfasi all’espressione “Figlio dell’uomo”, quasi a sottolineare con forza che per lui è «motivo di interesse e di gloria appartenere alla famiglia umana». Autenticamente uomo, Gesù nulla nasconde dei limiti e dei condizionamenti propri della natura umana: ha fame, ha sete, piange, soffre dolore fisico e angoscia. Ma, in quanto uomo, Gesù manifesta nella sua vita doti eccelse di coerenza ed equilibrio: mette in atto anche le sue affermazioni apparentemente più utopiche; quello che dice si identifica perfettamente con il suo stile di vita; quanto annunzia corrisponde sempre ai fatti che seguono; non appare mai in lui segno di incertezza, perplessità, delusione, pentimento su ciò che ha fatto.In sostanza, Gesù è la nostra salvezza. È la salvezza dell’uomo da tutto ciò che lo rende infelice, perché tutto ha un senso e prende una piega diversa alla luce del suo insegnamento e del suo esempio. Ma soprattutto Gesù e colui che salva l’uomo dal peccato: parla infatti di «sangue sparso per la remissione dei peccati», di «dare la vita in riscatto per molti», di «rinascere dall’alto». Perché Gesù è il Signore, che non insegna solo dottrine, precetti morali e atti di culto, ma propone se stesso come atto di perfetta religione proclamandosi Signore. di Benito Chiarabolli