Arezzo - Cortona - Sansepolcro

Un biturgense alla guida della Camera di commercio.

«Una nuova unità d’intenti tra tutte le istituzioni e le categorie economiche per dare nuova vitalità alla provincia di Arezzo». Ha le idee chiare il nuovo presidente della Camera di commercio aretina, il biturgense Giovanni Tricca, nominato nei giorni scorsi alla guida del massimo organismo economico della provincia. «Solo insieme possiamo avere un peso nei confronti delle decisioni della politica nazionale», tiene a precisare da subito l’ex assessore al turismo del comune biturgense. Le questioni nel «mirino» del balestriere Tricca sono tante, prima fra tutte quella della carenza di infrastrutture che assieme a formazione, innovazione e marketing, rappresenta uno dei capisaldi del programma della nuova presidenza: «È un problema di primaria importanza: senza vie di comunicazione la nostra terra non può farcela. Mi sono già attivato per arrivare ad un documento unitario, condiviso da tutto il mondo dell’economia aretina, che conterrà una netta presa di posizione su questo tema. Una migliore gestione della E45, la conclusione della E78 ed un migliore servizio ferroviario, con l’indispensabile sfondamento ad est, sono opere essenziali non più rinviabili. Ad essere in gioco è la nostra centralità strategica ed economica che un tempo era il nostro vanto e che oggi, invece, si è fortemente sbiadita». A risentire in modo particolare dell’isolamento è la Valtiberina, una terra di cui Tricca sottolinea la propria «orgogliosa appartenenza»: «Le quattro vallate del territorio aretino hanno caratteristiche assai diverse, ognuna con i suoi problemi e qualità. L’alta valle del Tevere in questo momento di crisi è quella che sta soffrendo più di tutte. In campo turistico, per esempio, c’è un calo dell’11%, dovuto in modo particolare ad un cambio dollaro-euro particolarmente svantaggioso per gli americani, da sempre affezionati alla “terra di Piero”». Come si può uscire da questa empasse? «Si deve puntare sui nuovi mercati – puntualizza Tricca – come ad esempio Spagna e Russia, cercando poi di consolidare quelli più “classici” come Germania e Francia». Ma la provincia di Arezzo e la Valtiberina in modo particolare, credono veramente nel settore turistico? «Non quanto dovrebbero. Ho però fiducia che in futuro ci sia maggiore determinazione da questo punto di vista, si deve introdurre una più efficace cultura dell’accoglienza». Come vede la situazione economica della provincia di Arezzo il nuovo leader di via Giotto? «Non è rassicurante perché i dati non sono buoni. Nonostante questo si deve cercare di dare segnali confortanti e rimboccarsi le maniche. In questo senso mi piace sempre rifarmi ad una frase di Alcide De Gasperi che dice che “la politica è realizzare”. L’insegnamento del grande statista democristiano può e deve essere il nostro punto di riferimento». A proposito di politica, come si rapporterà con questo mondo? «In modo assolutamente bipartisan – chiarisce da subito Tricca – e in un continuo e aperto confronto. Quello che dobbiamo fare è mettere assieme le nostre energie: solo così possiamo riacquistare un peso agli occhi della politica nazionale». Al primo posto del «libro bianco» del nuovo leader della Camera di commercio ci sono formazione e innovazione: «È necessario un forte investimento sui giovani, per formarli e permettere loro di inserirsi nel mondo del lavoro. Accanto a ciò è necessario innovare la nostra economia, renderla moderna, puntando sulla qualità e sempre nel rispetto dei lavoratori e dei consumatori». Una ricetta impegnativa quella proposta da Giovanni Tricca, un programma per la cui realizzazione si è già messo all’opera. di Lorenzo Canali