Arezzo - Cortona - Sansepolcro

Arezzo, è allarme economia «un’alleanza contro la crisi».

Tutto ciò che ho raggiunto nella mia vita lo devo a mio padre. È stato lui ad insegnarmi a guardare con ottimismo al futuro, non lasciandomi travolgere dalle situazioni e affrontare ogni cosa con la massima serietà e impegno». Si presenta così Giovanni Inghirami, imprenditore biturgense, da un anno presidente della Confindustria aretina. Cinquantenne, è al timone della Inghirami Company, una delle più interessanti realtà italiane operanti nel settore tessile e dell’abbigliamento. Fondata nel 1949 dal padre, l’avvocato Fabio Inghirami, l’azienda si è specializzata in una prima fase nella produzione di camicie, acquisendo ben presto una posizione di leadership nazionale e di primissimo rilievo a livello europeo. Nonostante il successo raggiunto e l’importante nomina alla guida degli industriali aretini, Inghirami è rimasto particolarmente legato alle proprie radici e ai valori che da queste derivano: «Il rapporto tra imprenditore e lavoratore, a mio avviso, deve essere basato sulla fiducia e sulla comprensione. Siamo tutti nella stessa barca, sia quando il vento soffia a favore, sia quando le cose vanno un po’ meno bene, come in questi ultimi periodi. Un esempio valido, in questo senso, era quello della Buitoni di Sansepolcro. Un’azienda che, fino a quando è stata gestita a livello familiare, riusciva a creare con i propri lavoratori un rapporto “umano” e fraterno. Ci si sentiva tutti dentro una grande famiglia di cui si era orgogliosi. Poi sono arrivate le multinazionali e tutto questo è svanito». Un’indagine dell’osservatorio regionale toscano sull’artigianato, dice che esiste una flessione del fatturato (-8,3%) e del numero degli addetti (-0,3%) dell’artigianato toscano, una situazione che coinvolge anche il distretto orafo di Arezzo (-12,9% a livello di fatturato). Anche alla luce di questi dati qual è la situazione economica della provincia di Arezzo? «La crisi dell’economia aretina riflette l’andamento nazionale. C’è stato un rallentamento generale durante il 2007, seguito da una flessione della produzione nei primi mesi del 2008. Nonostante questo nella nostra provincia hanno tenuto le esportazioni, un campo nel quale siamo ancora in grado di proporre prodotti di qualità». Per fare esportazione servono infrastrutture? «Sì, ma purtroppo noi ne siamo fortemente carenti. Tutto ciò limita le nostre grandi possibilità». Come ha vissuto questo anno da presidente degli industriali aretini? «È stato un anno in cui ho capito che da soli non si può andare lontani. Tutte le realtà devono collaborare assieme per il bene della nostra terra. Si devono creare unioni di persone, di idee e di motivazioni. Da questo punto di vista l’industria può rappresentare un importante modello di aggregazione». Su cosa deve puntare il nostro territorio per risollevarsi? «Sui giovani, su di loro dobbiamo costruire il nostro futuro e noi abbiamo il dovere di dargli fiducia. I risultati ce lo dimostrano. Solo pochi mesi fa è stato presentato il progetto di un innovativo idrogenodotto, ideato da alcuni ragazzi provenienti dalla nostra provincia, che è stato riportato su tutti i giornali del mondo». di Lorenzo Canali