Arezzo - Cortona - Sansepolcro

Seguire l’esempio di San Donato «araldo» della fede.

Giovani, «falsi profeti», sfruttamento dell’immigrazione nell’aretino e case fatiscenti pagate a peso d’oro. Sono alcuni temi affrontati dal vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, monsignor Gualtiero Bassetti, nelle omelie pronunciate in occasione della solennità di San Donato, patrono della città di Arezzo e della diocesi. Nelle riflessioni di monsignor Bassetti, si dice preoccupato per i “mercenari” che sono «”impostori” della verità» e che insidiano soprattutto adolescenti e giovani. «Incontrando ogni anno migliaia di ragazzi – ha affermato il vescovo – mi accorgo che le nuove generazioni sono alla ricerca di un orientamento per la loro vita. Purtroppo, le risposte che trovano non sono sempre autentiche e positive- ha detto Bassetti – costantemente bersagliati da messaggi che li vorrebbero soltanto consumatori, con uno scarso senso critico, privi di un solido bagaglio culturale e omologati a stili di vita e comportamenti dettati da vertici ignoti, i nostri ragazzi si trovano davanti bivi in cui i falsi profeti li avviano verso strade facili ma senza sbocco». Il vescovo ha indicato i pericoli che insidiano i giovani. «I modelli del successo facile presentati dai mass-media, le scorciatoie come l’uso dell’alcool e degli stupefacenti, le esperienze di ebbrezza e di piacere immediato come un’affettività mordi e fuggi, e il diffuso benessere che, nonostante i segnali di crisi economica, continua a esserci nell’aretino e ad essere percepito con facilità dai giovani rappresentano percorsi di soddisfazione “a basso prezzo”, dispensatori di felicità e di bellezza che non richiedono sforzi». Quindi il monito del Vescovo che intravede il rischio di “deserto spirituale” che può tradursi in “vuoto interiore” e “paura indefinibile”. Monsignor Bassetti annuncia che l’emergenza giovani sarà al centro del prossimo anno pastorale della diocesi che si aprirà a settembre. «Alla vigilia della festa della Madonna del Conforto chiedevo un “patto educativo” nel nome dei giovani. La comunità cristiana di Arezzo-Cortona-Sansepolcro ha già compiuto un primo passo durante l’assemblea diocesana di giugno e ha deciso di dedicare il nuovo anno pastorale agli adolescenti. Così è come se l’eredità della Gmg di Sydney entrasse subito nell’agenda pastorale della diocesi e lo Spirito Santo invocato in Australia illuminasse fin dalle prossime settimane il cammino della nostra Chiesa locale». Altro tema toccato è quello dell’immigrazione. Il vescovo ricorda che «l’atteggiamento cristiano è quello dell’accoglienza – e aggiunge – non possiamo voltare le spalle a chi giunge in Italia e tanto meno possiamo pensare che l’integrazione passi attraverso la creazione di “ghetti” per etnie o paesi di origine». Però anche l’immigrato è tenuto ad aprirsi alla realtà in cui vive. «Da parte di chi arriva ci si attende il rispetto delle regole della comunità in cui sceglie di stabilirsi e il riguardo per le tradizioni della terra che lo accoglie». Ma c’è un fenomeno che nell’aretino crea allarme. «E’ intollerabile – afferma monsignor Bassetti – la tentazione di sfruttamento della manodopera straniera priva dei diritti garantiti ai lavoratori italiani, spesso denunciata anche dalla stampa locale quando dà conto di operazioni delle forze dell’ordine che hanno portato alla scoperta di assunzioni a nero, di laboratori in cui gli immigrati dormono e allo stesso tempo sono costretti a lavorare anche quindici ore al giorno, di cantieri o aziende in cui allo straniero non vengono assicurate le condizioni minime di sicurezza, di salari ridotti all’osso. Si tratta di situazioni che ledono la dignità della persona umana e che sacrificano la giustizia sull’altare del profitto». Legato alla questione immigrati, c’è l’emergenza abitazione. «Occorre anche fare in modo che a tutti sia garantito il diritto ad una casa dignitosa», afferma il vescovo. Il pensiero di monsignor Bassetti va a situazioni drammatiche. «Molto spesso ho avuto la percezione che case in condizioni estremamente fatiscenti vengono date in affitto a famiglie di immigrati, o anche a italiani indigenti, a prezzi fuori mercato e senza tenere in considerazione la capienza effettiva dell’abitazione. Si tratta di vicende dolorose che suscitano scandalo e condanna e che assumono la parvenza di una speculazione sulla pelle dei deboli e dei bisognosi». Nelle omelie il vescovo ha anche richiamato la figura di San Donato, che ha definito un «araldo della fede che ha vissuto nell’amore del Figlio di Dio e nel desiderio di trasmettere questo amore ai suoi fratelli, senza timore di affrontare la fatica, la lotta, la persecuzione e la sofferenza» e ha parlato dell’Anno Paolino, «per apprendere da lui, quale nostro maestro, “la fede e la verità”, in cui sono radicate le ragioni dell’unità tra i discepoli di Cristo».