Arezzo - Cortona - Sansepolcro

Formare i giovani da veri testimoni.

La parrocchia è comunità educante degli adolescenti e dei giovani in primo luogo attraverso il clima generale di accoglienza, dialogo, ascolto, servizio che riesce a stabilire». Con queste parole monsignor Sandro Panizzolo, rettore del seminario di Padova, ha spiegato ai partecipanti del convegno a La Verna che apre l’anno pastorale nella diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro come la parrocchia possa svolgere una vera e propria funzione educativa.«Il clima accogliente e fraterno, la rete di relazioni sane e risananti, la tensione al servizio dell’evangelizzazione costituiscono per i giovani il grembo indispensabile in cui diventare adulti nella fede e nella testimonianza». Parrocchia come luogo “positivo”: questo il primo punto messo in rilievo da Panizzolo senza, però, dimenticare che la trasmissione e l’educazione alla fede passano prima di tutto per «la liturgia e la celebrazione dell’Eucaristia domenicale» che deve essere sempre considerata il «momento fondante dell’essere cristiani». Proprio nella celebrazione, infatti, la comunità «sperimenta la vicinanza trasformante e riconciliante di Dio in mezzo a un mondo segnato da inimicizie e divisioni». In questo senso, per il rettore del seminario di Padova, «tutti i percorsi catechetici ed educativi, tutti i servizi caritativi e missionari devono trovare nella liturgia la loro fonte e la loro linfa vitale». Prescindere da tutto ciò, per monsignor Panizzolo, vuol dire «impoverire e a volte compromettere il processo di trasmissione dell’educazione alla fede». Far nascere una coscienza comunitaria, una comune visione della vita e in sintesi trasformare la fede in cultura è quanto permette l’assemblea liturgica. In questa ottica il relatore padovano ha richiamato l’importanza del «Progetto culturale» promosso dai vescovi italiani: «Senza una cultura della fede – ha detto Panizzolo – la stessa fede è molto più fragile, attaccata continuamente». Ma come deve essere la figura dell’educatore all’interno della parrocchia? Monsignor Sandro Panizzolo ha citato Martin Buber, il “filosofo del dialogo” che parlava del vero educatore come di una figura che «deve esistere, per far esistere». In questo senso educare «non è solo una questione di tecniche e di strategie, ma di esistenza autentica. L’educatore autentico è colui che per primo decide senza veli chi e dove intende essere».Due sono gli “itinerari” percorribili che sono stati proposti da Panizzolo al convegno di La Verna: il primo è quello per i «vicini», cioè per quei giovani che stanno già facendo un percorso di fede. In questo caso potrebbe essere utile rinnovare le proprie scelte pedagogiche, cercando di risvegliare la domanda di vita e di senso e puntando su progetti flessibili, stile fraterno e un linguaggio narrativo; il secondo, per i «lontani», è quello dell’evangelizzazione di strada, con i tanti esempi di giovani in preghiera, anche di notte, e altri per le strade a chiamare i loro coetanei.di Lorenzo Canali