Arezzo - Cortona - Sansepolcro

Servizio civile, nuove «leve» per la Caritas.

Un gruppo di giovani conclude il suo anno di servizio civile volontario con la Caritas diocesana, un altro gruppo lo inizia. Accanto a loro, in questo momento, c’è monsignor Gualtiero Bassetti, vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro. Mercoledì scorso i quindici giovani che a partire dall’ottobre 2007 hanno svolto per un anno il loro servizio con persone anziane, disabili, stranieri ed emarginati hanno passato il testimone ai 18 giovani che prenderanno il loro posto all’interno delle stesse strutture legate alla Caritas.«Noi crediamo molto nel servizio civile – dice Alessandro Buti, vicedirettore della Caritas diocesana – Arricchisce non solo i ragazzi e i centri nei quali operano, ma anche la Caritas stessa. E si tratta di un’opportunità anche per noi». I giovani in servizio civile che hanno concluso la loro esperienza sono stati coinvolti in corsi di formazione regionali nella casa per la pace di «Pax Christi» a Firenze, a Pietrasanta e nell’«Abbazia per tutti» di Badia a Ruoti per conoscere le tematiche della marginalità e della povertà. Tutte realtà che fanno parte della «rete» della Caritas impegnata sul fronte delle povertà. Da qui sono scaturiti incontri che si sono svolti nell’istituto Thevenin, nella mensa parrocchiale del Sacro Cuore ad Arezzo, a Rondine Cittadella della pace, con docenti universitari e nelle realtà impegnate nella lotta alle droghe e al gioco d’azzardo. Importante anche l’impegno sul versante della cittadinanza attiva e responsabile o, dei nuovi stili di vita. Particolare attenzione è stata rivolta anche alla Costituzione italiana e ad uno dei padri costituenti, Giuseppe Dossetti.«Abbiamo voluto scommettere – continua Alessandro Buti – anche su ragazzi con alcune difficoltà di inserimento e alla fine di questo percorso possiamo dire di aver vinto la sfida. Il il cammino portato avanti in gruppo ha permesso ai giovani di conoscersi meglio, mettersi in gioco e acquisire sicurezza». Un itinerario che senza l’apporto di un sacerdote sarebbe risultato privo di un vero fondamento. «Il ritorno di don Silvano Paggini fra le file della Caritas è stato decisamente positivo – afferma Buti – Il suo apporto è stato importante, sia dal punto di vista umano sia nell’assistenza formativa. Abbiamo sperimentato concretamente l’importanza di avere un sacerdote accanto che accompagna e sostiene lungo il cammino».Se da una parte si fanno i bilanci, dall’altra si guarda al futuro. Infatti, si è «insediato» il nuovo gruppo di giovani che dal 1 ottobre ha iniziato il servizio civile in Caritas. «Il nuovo gruppo è motivato. Fra loro ci sono ragazzi che vivono in maniera forte la vita ecclesiale. Oltre ad alcuni giovani provenienti dalle parrocchie, un ragazzo arriva dal movimento di Rinnovamento nello Spirito, tre dal cammino neocatecumenale e due dagli scout. Spero che questa possa essere un’opportunità per vivere e condividere la fede tramite lo spirito di servizio accanto agli ultimi e possa essere un’ulteriore testimonianza di comunione». di Luca Primavera