Arezzo - Cortona - Sansepolcro

A scuola di opere di carità. Per dare un’ anima a impegno e servizio.

Era iniziato l’anno scorso e quest’anno si appresta ad entrare nella seconda fase. Si tratta del percorso formativo per animatori parrocchiali e pastorali alla carità organizzato della Caritas di Arezzo-Cortona-Sansepolcro. Un percorso nato dall’esigenza di proporre un cammino condiviso improntato sulla relazione, la condivisione, il confronto e la conoscenza per trovare un metodo comune per tutti coloro che operano nei servizi agli «ultimi».Il corso di quest’anno, dal titolo I luoghi, i volti, le opere e il bene comune: amiamoci coi fatti e nella verità, sarà articolato in quattro filoni di analisi. Il primo si concentrerà sui luoghi, i territori e la vita delle parrocchie alla luce di una società in continuo cambiamento. Il secondo porrà l’attenzione sul fenomeno delle nuove povertà attraverso le storie, le fragilità e le situazioni di difficoltà che il Rapporto sulle povertà 2008 ha registrato in continuo aumento. Il terzo filone sviluppa invece una riflessione in merito alle opere di carità nella e della Chiesa. Il quarto, infine, analizza il rapporto tra carità e giustizia attraverso il concetto di bene comune.«Questo percorso – spiega Alessandro Buti, vicedirettore della Caritas diocesana – è nato per elaborare un cammino formativo che permetta di sviluppare un metodo di lavoro condiviso, serio e non improvvisato. Allo stesso modo ci permette di sviluppare un itinerario di comunione nella Chiesa per essere testimoni dell’unico Spirito».Gli incontri inizieranno con un’introduzione a cura del relatore. Poi proseguiranno con i lavori di gruppo e un confronto conclusivo in assemblea. In questo senso la metodologia di lavoro del corso di quest’anno si avvicina molto a quella di un laboratorio, permettendo maggiore partecipazione e scambio di esperienze. Ad oggi gli iscritti sono oltre una quarantina, ma ci sono ancora una decina di posti.I sette incontri del corso si svolgono tutti il sabato mattina dalle 9.45 alle 12 nella sede della Caritas diocesana, in via Fonte Veneziana 19 ad Arezzo. Sabato 25 ottobre, suor Benedetta Rossi, biblista dell’Istituto superiore di scienze religiose «Beato Gregorio X», proporrà una lettura biblica partendo dalle lettere di San Paolo sul «senso e significato della colletta per la Chiesa». Il 22 novembre, Stefano Simoni, responsabile dell’osservatorio regionale sulle povertà della Caritas, effettuerà una lettura in chiave sociologica intitolata «Il tempo odierno e il nostro territorio: luoghi di grandi cambiamenti culturali e sociali». Sabato 13 dicembre, Etta Angelucci, psicoterapeuta che collabora con i consultori familiari diocesani, farà una lettura in chiave psicologica della «molteplicità di volti e storie di povertà e fragilità nella nostra società». Il 24 gennaio, partendo da una riflessione sulle opere a servizio dei poveri presenti nella Chiesa, ci sarà una riflessione in chiave pastorale sul senso delle opere, su quali sono i loro compiti nella Chiesa e quali sono i criteri per valutare la loro bontà e bellezza. Sabato 21 febbraio l’incontro ruoterà attorno ai percorsi sostenibili da sviluppare per governare e gestire le nostre opere, in quale modo la Chiesa gestisce le opere, quali debbano essere i criteri necessari per gestire le opere promosse dalla Caritas. Il 28 marzo si parlerà dell’educare al bene comune nel rapporto tra carità e giustizia e «Una nuova sobrietà per animare la terra». L’incontro conclusivo di sabato 18 aprile si articolerà in una lettura biblico-pastorale seguita da una S.Messa e un pranzo conviviale.Con questo corso la Caritas diocesana fa proprio sia il percorso della Caritas nazionale che inviata a riflettere sul significato delle opere per la comunità cristiana, sia l’indicazione della diocesi che ha scommesso sull’educazione. di Luca Primavera