Arezzo - Cortona - Sansepolcro

L’universo migrantes Pastorale della mobilità: la diocesi a confronto. Dai profughi agli stranieri, dai circensi ai nomadi: la società interculturale interroga le parrocchie.

Arezzo capitale per un giorno della pastorale della mobilità. La città di San Donato che diventa cuore pulsante del dibattito su immigrazione, integrazione e convivenza. Accadrà giovedì 27 novembre quando, a partire dalle 18, arriveranno nel seminario di piazza di Murello per un incontro i responsabili nazionali di Migrantes, la fondazione della Conferenza episcopale italiana nata per seguire gli italiani «fuggiti» all’estero e che oggi concentra le proprie attività su cinque ambiti: emigrati italiani, migranti interni italiani, immigrati stranieri e profughi, nomadi, fieranti e circensi e addetti alla navigazione marittima e aerea.L’appuntamento, che è aperto non solo ai sacerdoti ma anche ai laici, sarà l’occasione per conoscere le realtà pastorali presenti nella diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro e di promuovere una reale pastorale della mobilità. L’invito viene rivolto dal responsabile di Migrantes per la Toscana, don Angelo Chiasserini, parroco del Sacro Cuore di Arezzo, «a tutti perché la pastorale non può essere delegata a pochi ma riguarda tutta la diocesi in tutte le sue componenti. Se certi settori della mobilità possono non riguardare la nostra situazione, come ad esempio i marittimi o gli emigrati italiani all’estero, altri invece, come l’immigrazione, vedono coinvolte tutte le realtà ecclesiali, dalla parrocchia alle associazioni, dai movimenti agli insegnanti di religione nelle scuole, sia nei centri più grossi che in quelli più piccoli. D’altra parte è questa una realtà che, ogni giorno di più, anche in provincia di Arezzo, sta diventando di grande attualità. Ad esempio sembra che in qualche comune del Casentino la percentuale di immigrati sia superiore a quella di Prato, cui viene attribuita la più alta d’Italia».Lo scenario è di un profondo cambiamento sia a livello di società civile sia di comunità cristiana. «Sono tanti i quesiti e le problematiche da risolvere e che ci vengono poste da una società – spiega don Chiasserini – sempre più multiculturale, nella quale i rapporti interculturali, l’accoglienza e l’integrazione sono all’ordine del giorno. Questioni anche strettamente ecclesiali, per esempio: è sufficiente limitarsi alla carità intesa come assistenza ai più bisognosi o bisogna affrontare anche la questione dell’integrazione ecclesiale degli immigrati? Come e in cosa deve cambiare la parrocchia? E la dimensione missionaria delle nostre comunità? Ma non solo nel settore dell’immigrazione o dei profughi – presenti anche questi ultimi nella nostra diocesi – la situazione è carica di problematiche. La nostra provincia non è attualmente sede di campi Rom stabili come altre della Toscana, tuttavia anche noi siamo raggiunti da una campagna che tende a demonizzare i nomadi, un altro dei settori in cui si articola l’attività della pastorale della mobilità. Abbiamo un giudizio documentato su questo?».Temi e quesiti che saranno affrontati proprio nell’incontro di giovedì 27 novembre, al termine del quale sarà proposto un assaggio di cucina etnica, preparato dalle comunità di immigrati cristiani. L’appuntamento è il preludio alla Giornata nazionale dei migranti, prevista il prossimo 18 gennaio, che quest’anno sarà celebrata proprio in Toscana. di Lorenzo Canali