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Treni ridotti, proteste a Terontola.

Siamo al solito problema con la soppressione delle fermate dei treni alla stazione di Terontola. «Dopo tanto discutere, dopo tanti interventi di politici di ogni schieramento che hanno dichiarato che Terontola sarebbe ritornata al suo storico ruolo di stazione ferroviaria primaria – afferma Ivo Camerini, portavoce del Comitato pendolari del tratto ferroviario Terontola-Roma – ecco che arriva la dura realtà di sempre: Terontola rimane declassata a stazione periferica e destinata ad un progressivo abbandono». Stando alle notizie circolate negli ultimi giorni, risulta che, a partire dal 14 dicembre, con il nuovo orario, ben otto Intercity attraverseranno la stazione di Terontola senza fermarsi per far salire quanti per lavoro o per altri impegni debbono percorrere il tratto da e per Roma. «Ci domandiamo – continua Camerini – perché i politici locali, regionali e nazionali non si interessano del futuro e dello sviluppo della stazione di Terontola e non si rendono conto del disagio provocato ai circa cinquecento pendolari che quotidianamente utilizzano la stazione tra le cinque e le otto e trenta per andare a lavorare, a studiare o a sbrigare i propri affari». Un problema quello dei tagli ai treni che coinvolge centinaia di pendolari che per lavoro o studio si affidano giornalmente al trasporto su rotaia per i propri spostamenti. È soprattutto su di loro che si abbatte la «scure» di questo declassamento della stazione di Terontola. In un periodo in cui si sta cercando di rendere l’opinione pubblica sempre più sensibile al tema del rispetto dell’ambiente – basta pensare alle indicazioni della Chiesa sulla salvaguardia del creato – compiere delle scelte così disincentivanti rispetto all’uso di un mezzo non inquinante come quello ferroviario non appare una buona idea e sicuramente non lo è alla luce di quanto accade nel resto d’Europa, dove spostarsi in treno – invece che in auto – è una risorsa e non un problema.