Arezzo - Cortona - Sansepolcro

Arezzo torna a scoprire le radici del volontariato.

Volontari sì, però a pagamento. Cambia il volto dell’impegno a favore degli altri nel territorio aretino. Se in passato erano in molti a scegliere di dedicare il proprio tempo a un servizio o ad una attività senza volere un corrispettivo economico in cambio, adesso i sodalizi o in gruppi che si muovono in molteplici ambiti sono costretti per sopravvivere a ricorrere al personale assunto. Una modifica di prospettive che in alcuni casi trasforma anche le finalità stesse che hanno dato origine al gruppo e interroga chi guida le associazioni o le organizzazioni sul futuro. In pratica ci si chiede: qual è oggi il ruolo del volontariato? chi ha il coraggio di esporsi senza pretendere nulla in cambio? ha un valore in sé spendere una parte del proprio tempo per il bene comune?Domande che hanno spinto l’associazione di volontariato «La famiglia» che ha dato vita al consultorio familiare di Arezzo a organizzare un incontro sul senso del servizio. «La categoria biblica della gratuità» è il titolo dell’appuntamento in programma venerdì 30 gennaio alle ore 21 nel consultorio al civico 51 di via San Niccolò, appena sopra piazza Grande ad Arezzo. La serata sarà guidata dal biblista don Benedetto Rossi, docente alla Facoltà teologica dell’Italia centrale e anche all’Istituto superiore di scienze religiose «Beato Gregorio X» di Arezzo.«Occorre mantenere desto il fondamento che caratterizza i percorsi di volontariato e ritrovare le radici di un impegno gratuito per il prossimo», spiegano dal consultorio. Affermano gli organizzatori dell’iniziativa che il volontariato non è una perdita di tempo e non è sinonimo di una qualità minore nei risultati. «Lo si fa avendo in mente una frase del vangelo di Matteo: “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”», chiariscono.L’incontro ha come obiettivo anche quello di ritrovare le motivazioni che stanno dietro a un’attività significativa come può essere quella del consultorio familiare. A fondarlo nel 1997 l’associazione «La famiglia» nata dalla spinta di un gruppo che si proponeva di essere un aiuto per i coniugi alle prese con i problemi ma anche per le parrocchie. Quasi in silenzio, il consultorio di via San Niccolò ha incontrato coppie in crisi, famiglie in difficoltà per le conseguenze psichiche di un aborto, giovani prigionieri della dipendenza da sostanze, ma ha fatto anche andare a buon fine una ventina di adozioni internazionali.A questa attività si affianca la scuola di consulenti familiari sperimentata da anni. Al centro c’è sempre una relazione di aiuto che può portare benefici a chiunque. Non è un caso che alle lezioni partecipino medici, insegnanti, infermieri, assistenti sociali, catechisti, psicologi e persino bancari. La scuola ha una durata triennale e propone un percorso sul versante delle scienze umane che tocca anche la professionalità di coloro che vi partecipano.di Giacomo Gambassi