Arezzo - Cortona - Sansepolcro

I tesori etruschi dall’Ermitage: 27mila i visitatori.

La mostra «Capolavori etruschi dall’Ermitage», ospitata nelle sale del museo Maec di Cortona, ha chiuso domenica 25 gennaio con oltre 27.500 visitatori. La direzione del Maec, l’amministrazione comunale e tutta l’organizzazione hanno lavorato per poter prorogare questo straordinario evento. La richiesta iniziale era stata quella di ospitare la mostra fino a metà di febbraio, ma per motivi legati alla legislazione russa in materia di prestiti di opere d’arte all’estero e per esigenze legate a lavori strutturali di recupero delle stanze di Palazzo Casali, dove era custodita la mostra, è stato possibile prorogare la mostra «Capolavori Etruschi dall’Ermitage» solo fino a domenica 25 gennaio, comunque due settimane oltre la scadenza fissata. Il risultato raggiunto porta il museo ai livelli di istituzioni prestigiose operanti in città italiane ed europee. La mostra è stata un successo al di la di ogni più rosea previsione e non soltanto nei numeri, con una media di circa 200 persone al giorno, ma anche per il il livello scientifico del progetto presentato. Attorno al Maec ed alla città di Cortona si sono catalizzati tutti i media del mondo esprimendo all’unisono lodi per gli allestimenti del Maec e per la capacità divulgativa. Il Maec con questa mostra si è imposto come museo all’avanguardia e riconosciuto in tutta Europa per l’alto profilo scientifico. «Con la mostra dei capolavori etruschi dall’Ermitage – afferma il sindaco, Andrea Vignini – il sentiero è tracciato: il comitato scientifico del Maec e l’amministrazione comunale stanno già lavorando ad un progetto di mostra, sempre con tematiche legate agli etruschi da realizzare nel 2010 in collaborazione con il museo parigino del Louvre. Il 2009 sarà l’anno nel quale lavoreremo per potenziare il parco archeologico per renderlo più fruibile ed omogeneo alla città ed al museo, consapevoli che lo straordinario patrimonio che i nostri avi ci hanno lasciato è parte fondamentale per il futuro di tutta la nostra comunità».