Arezzo - Cortona - Sansepolcro

«La determinazione col volto della bontà»

Da circa sette anni mi trovo a svolgere il servizio di segretario del nostro vescovo. Una lunga esperienza al suo fianco durante la quale ho potuto apprezzare le sue numerose qualità.Una grande dote è rappresentata dall’umanità che ha il volto della bontà che sempre manifesta verso tutti. Un vescovo alla mano col quale poter parlare tranquillamente senza inutili formalismi. L’esperienza più bella che mi è capitato di sperimentare con lui è stata quella del perdono. Non parlo del perdono di Dio che riceviamo nella Confessione, ma di quello personale e umano. Un perdono che può dare solo chi ti vuole davvero bene come un padre.In monsignor Gualtiero Bassetti vedo un buon Pastore sullo stile del beato Papa Giovanni XXIII. Uomo che in tanti consideravano di transizione, una figura bonaria, un uomo tranquillo che avrebbe traghettato la Chiesa verso un nuovo pontificato. Similmente penso che in tanti abbiano avuto la medesima impressione del nostro vescovo. Come Giovanni XXIII, però, che con il Concilio Vaticano II ha trasformato la Chiesa, in qualche modo anche monsignor Bassetti sta facendo lo stesso con la nostra diocesi, armato di tanta pazienza e misericordia. Come si suol affermare: «L’acqua cheta butta giù i ponti». O, per meglio dire, abbatte le dighe della divisione che a volte ci impediscono di sperimentare un’intensa comunione.Persona buona ma determinata; un carattere, quello del nostro vescovo, cordiale ma non debole; un uomo comprensivo verso tutti, ma fermo sui valori, sui principi e su ciò che in coscienza crede essere il bene e il vero. Un Pastore generoso che si spende tutto per la sua gente. Mi stupisce sempre di più la sua capacità di camminare in mezzo alla gente, stando fuori intere giornate specialmente durante la visita pastorale che sta compiendo da qualche anno. Noi siamo abituati al solito tran tran, ad avere a che fare più o meno con le solite persone. Lui invece incontra volti sempre nuovi e dunque è un costante aprirsi all’altro con tutto sé stesso. Una cosa che è umanamente stancante.La giornata del vescovo inizia la mattina presto, intorno alle 6, e talvolta anche prima, con la preghiera del mattino. Alle 8, durante la colazione, inizia già ad incontrare i suoi collaboratori. Poi tutto il resto della giornata è scandito da udienze, celebrazioni, incontri di gruppi e nelle parrocchie, senza soluzione di continuità. Infine, nelle ultime ore della giornata, fra le 23 e l’una di notte, mentre gli altri riposano, si dedica alla lettura della posta, alla risposta alle lettere e alla preghiera per coloro che ha incontrato durante la sua giornata. Ho trenta anni di meno del vescovo, ma per me questi ritmi sarebbero insostenibili.Con il vescovo, poi, ho un legame particolare. È lui che mi ha ordinato sacerdote nel giugno del 2001 e mi ha unto le mani. È il mio Pastore. Un uomo che ama la sua gente, ama la Chiesa, ama Dio. Dieci anni alla guida della nostra diocesi: dieci anni di grazia, dieci anni di croci, dieci anni di servizio instancabile alla Chiesa. Grazie, eccellenza, per tutto quello che ha fatto e che continuerà a fare per il popolo di Dio che le è stato affidato. E grazie anche a nome dell’intero presbiterio diocesano.di Alessandro Conti, segretario del vescovo e giovane sacerdote