Arezzo - Cortona - Sansepolcro

Don Camillo e Peppone a teatro.

Un «mondo piccolo» che però non è un piccolo mondo ma che, anzi, racchiude dentro di sé una realtà che racconta un pezzo d’Italia che non c’è più. Parliamo di don Camillo e Peppone, il parroco e il sindaco del celebre paesino in riva al Po, nati dalla fantasia di Giovannino Guareschi e conosciuti dal grande pubblico soprattutto grazie alla trasposizione cinematografica dove i due protagonisti assumevano rispettivamente le sembianze dell’attore francese Fernandel e dell’italianissimo Gino Cervi. Due mondi in contrasto che nell’Italia degli anni ’50 si «fronteggiavano», ognuno con le proprie convinzioni, a suon di astuti e accesi botta e risposta, ma sempre nel rispetto dell’avversario. Un mondo che, per una sera, venerdì 6 marzo alle ore 21, rivivrà sul palco del teatro Dante di Sansepolcro grazie allo spettacolo «Peppone e don Camillo sono me» con Stefano Braschi per la regia di Franco Palmieri, che fa parte della stagione teatrale biturgense. Un omaggio a più di cento anni dalla nascita di uno dei più prolifici autori italiani, il «galantuomo» Guareschi. «È molto interessante riproporre oggi una figura di intellettuale “scomodo” come questa – spiega l’assessore alla pubblica istruzione di Sansepolcro, Luisanna Alvisi -. Un cattolico italiano che ha saputo interpretare sia la politica sia la cultura del dopoguerra italiano e che si creò molti nemici. Basti pensare che al suo funerale non si presentò quasi nessuno e fu a lungo snobbato dalle “élite” culturali italiane».Samuele Foni