Arezzo - Cortona - Sansepolcro

Da cristiani oltre la crisi.

«Voi dite: i tempi sono cattivi, i tempi sono pesanti, i tempi sono difficili. Vivete bene e muterete i tempi». Lo scriveva Sant’Ambrogio ai cristiani di un’epoca segnata da grandi incertezze e paure. Ed è un invito ad uscire dalla cultura del pessimismo per assumere invece una cultura della responsabilità in un tempo come l’attuale scosso dal terremoto della crisi economica. «Una fede senza speranza non può essere una fede autentica – spiega l’aretino Paolo Nepi, docente di filosofia morale all’università Roma 3 -. Dobbiamo dunque vedere anche nelle difficoltà del nostro tempo un modo con cui Dio intende rivelarci il suo volto».Per comprendere le difficoltà che investono anche l’Aretino non basta una lettura superficiale degli avvenimenti. È l’intento che ispira il ciclo di incontri promossi dalla diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro e dell’Ufficio diocesano per la pastorale sociale e del lavoro dal titolo «Capire e vivere la crisi alla luce del bene comune». Tre serate per proporre un’«analisi delle emergenze» e per delineare i «cambiamenti necessari per una inversione di rotta», spiega il sottotitolo dell’iniziativa. Gli appuntamenti saranno ospitati alle ore 21 nella sala della Camera di Commercio, in viale Giotto, 4 ad Arezzo. La prima serata, in programma mercoledì 18 marzo, avrà come tema «Una lettura ragionata della crisi» e sarà guidata da Antonio Maria Baggio, docente di filosofia politica all’istituto universitario «Sophia» di Loppiano, la cittadella dei Focolari in provincia di Firenze. Lunedì 23 marzo è in previsto il secondo incontro che avrà per filo conduttore «Come rispondere alle emergenze e preparare il cambiamento» e sarà tenuto da Luigino Bruni, docente di economia politica all’università Bicocca-Milano e all’istituto «Sophia». Ultimo appuntamento lunedì 30 marzo sul tema «Quale lezione dalla crisi, una riflessione teologica» con monsignor Piero Coda, preside dell’istituto «Sophia» e presidente dell’Associazione teologi italiana. L’iniziativa si allaccia alla Quaresima di carità in cui le offerte raccolte dalle parrocchie andranno alle famiglie colpite dalla crisi.Quando sarà superata l’emergenza, spiega padre Antonio Airò, direttore dell’Ufficio per la pastorale sociale e del lavoro, «non tutto sarà più come prima. Per questo bisogna iniziare a coniugare nuovi modelli di pensiero, di scelte, di progetti di sviluppo. Dobbiamo fare nostra la nozione di sobrietà per non sprecare le risorse e non consumare in modo irrazionale ed autolesionista». Per padre Airò, è necessario «rimettere al centro un’etica fondata su una più equa giustizia, che persegua un’economia regolata da una più attenta distribuzione dei beni». E aggiunge: «Forse è il tempo per collocare realmente al vertice di ogni azione economica il benessere dignitoso di ogni persona».Le tre serate saranno moderate da Paolo Nepi. «Il rischio da evitare in questi momenti è l’illusione di mettersi in salvo da soli – afferma -. La dottrina sociale della Chiesa ci richiama invece alla responsabilità di tutti per il bene comune. Le forme di impegno sono tante: vanno dal semplice gesto di carità, come soccorso immediato, alla carità politica che comporta l’individuazione di cammini condivisi di liberazione dalle varie forme di bisogno».