Arezzo - Cortona - Sansepolcro

LA MADONNA DEL PARTO: I «segreti» dell’accordo che restituiscono l’affresco alla venerazione dei fedeli.

Pochi giorni ancora e la vicenda della collocazione dell’affresco di Piero della Francesca «La Madonna del Parto», che per quindici anni ha diviso la diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro e il comune di Monterchi, potrebbe finire in archivio, grazie ad un accordo messo a punto dopo lunghe trattative in fondo al quale porranno la loro firma il vescovo, monsignor Gualtiero Bassetti, e il sindaco del comune valtiberino, Michele Boncompagni. Il consiglio comunale di Monterchi, nella sua seduta del 9 marzo, ha autorizzato il primo cittadino a siglare l’intesa che sarà inviata al Ministero per i beni e le attività culturali cui compete l’ultima parola sulla collocazione di opere di questa importanza.Agli otto punti dell’accordo, preceduti da una rilevante premessa, è affidato il compito di sciogliere, uno ad uno, i nodi dell’intricata matassa, finita anche sul tavolo dei giudici fiorentini dopo che la diocesi aveva inteso imprimere un’accelerazione alle trattative che sembravano avere imboccato un vicolo cieco, rivendicando la proprietà del capolavoro dell’artista biturgense. Ma in realtà ad interessare la comunità cristiana non era tanto la formale intestazione dell’affresco, quanto che l’immagine della Vergine che porta in grembo il Salvatore, invocata per secoli dalle gestanti, fosse restituita alla venerazione dei fedeli, dopo che nel 1992 era stata trasferita in paese dalla chiesa di Santa Maria di Momentana, situata nella campagna intorno a Monterchi, per essere sottoposta a un delicato restauro.L’intenzione iniziale, del resto, era solo quella di una breve parentesi: ultimato l’intervento, l’opera avrebbe dovuto fare ritorno nella chiesa per la quale era stata dipinta da Piero della Francesca e dove era rimasta lungo i secoli, esposta alla preghiera dei cristiani e offerta all’ammirazione dei turisti. L’amministrazione comunale, però, si è sempre dimostrata contraria a ricollocare l’affresco nella chiesa di Momentana, giudicata inadeguata a garantire la sicurezza dell’opera e l’agevole fruizione da parte dei turisti.I termini dell’accordo, definito «dignitoso» dalla diocesi nel comunicato diffuso all’indomani della decisione del consiglio comunale di Monterchi, intendono venire incontro a queste diverse istanze, lasciando definitivamente impregiudicata la questione della proprietà formale del dipinto. Alla diocesi, infatti, sta a cuore che la Madonna del Parto sia restituita alla venerazione dei fedeli in un luogo adeguato al culto; al comune, invece, interessa che l’opera rimanga nel centro di Monterchi e che possa essere studiata e valorizzata, al fine di raccogliere appassionati d’arte e visitatori da tutto il mondo. Si capisce, quindi, che l’individuazione del proprietario dell’affresco sia, tutto sommato, un fatto secondario sul quale le parti hanno inteso soprassedere, affrontando invece i veri nodi della controversia. Con quali esiti è presto detto: l’affresco rimarrà nel centro del paese, ma sarà accolto nella chiesa di San Benedetto, annesso all’omonimo monastero; l’edificio sacro diverrà «Oratorio della Madonna del parto a favore delle gestanti e della comunità di Monterchi» e la sua proprietà passerà all’amministrazione civica. I fedeli potranno accedervi durante tutto l’anno per venerare l’immagine della Madre di Dio e, nelle feste mariane dell’Annunciazione, il 25 marzo, dell’Immacolata concezione, l’8 dicembre, nonché nell’ultima domenica di Avvento, sarà assicurato il culto pubblico con la celebrazione della S.Messa. L’accordo, peraltro, prevede espressamente la possibilità che le parti individuino altri momenti per la celebrazione di liturgie nell’Oratorio che conserverà l’affresco.D’altra parte, l’adeguata sistemazione della Madonna del Parto, nonché la sua tutela e la sua custodia saranno affidate all’amministrazione comunale che provvederà anche a disciplinare le iniziative di comunicazione e i termini e le modalità di accoglienza e accesso del pubblico. Diocesi e comune, infine, opereranno insieme per valorizzare l’opera, favorendo la conservazione della memoria storica del dipinto e, più in generale, la diffusione della sua conoscenza. di Massimo Rossi