Arezzo - Cortona - Sansepolcro

La passione di Cristo rivive ad Ossaia il Venerdì santo.

La processione del Venerdì santo a Ossaia ha origini antichissime, come risulta da un registro conservato nell’archivio della Curia vescovile di Cortona. Fin dal 1483 esisteva nel paese la «Fraternità di Santa Maria» che, «per seguitare li ordini delli antichi antecessori», aveva, oltre agli scopi assistenziali, anche l’impegno di organizzare le feste patronali e la «processione de lo sancto venerdi». La tradizione di questa spettacolare manifestazione è proseguita fino ai nostri giorni, salvo temporanee interruzioni dovute a guerre, maltempo o altre difficoltà occasionali. Attualmente la manifestazione si svolge ogni tre anni. Non è possibile stabilire con certezza quando e perché fu deciso di effettuarla con cadenza triennale: dobbiamo con ogni probabilità ritornare ai primi anni dell’Ottocento in seguito a direttive impartite dal vescovo di Cortona.Ormai da decenni, nel percorso della processione, vengono allestiti anche quadri viventi di grande effetto scenico con la partecipazione di centinaia di comparse negli antichi costumi. L’idea di queste sacre rappresentazioni fu accolta quando si disciolse la locale banda musicale che fino ad allora aveva accompagnato la processione con arie funebri. Vista l’ottima riuscita iniziale, l’idea prese campo e così ogni edizione si è arricchita di nuove realizzazioni.Nel prossimo Venerdì santo, il 10 aprile, le scene saranno una dozzina. Partendo dal piazzale antistante la chiesa parrocchiale, si inizierà con l’ultima cena, spezzando il pane e distribuendo il vino ai dodici apostoli. Avviatasi la processione, seguiranno altre scene in zone suggestive del paese: il tradimento di Giuda con il bacio, la cattura di Gesù nell’orto degli ulivi da parte dei soldati romani, la flagellazione, la condanna pronunciata da Pilato che poi se ne laverà le mani, il Cristo che si trascina fino al Calvario sotto il peso della croce, l’incontro con la Madre e le pie donne. Si arriva così alla drammatica scena della crocifissione, certamente un quadro di forte impatto visivo dal punto vista scenico.Dopo la morte Gesù viene distaccato dalla croce accompagnato dal pianto della Madonna e dell’apostolo Giovanni; viene quindi portato a braccio per la deposizione nel sepolcro. Durante l’ultimo tragitto incontriamo la scena di Giuda che, amaramente pentito, getta via i trenta denari del tradimento e s’impicca. Una scena, quest’ultima, di non facile realizzazione: si dovrà ricorrere ad imbracature simili a quelle usate dai vigili del fuoco. Con la deposizione nel sepolcro e con la Madonna che dà l’ultimo saluto al Figlio, tenendolo in grembo fino alla sepoltura, termina la manifestazione che è un intreccio di preghiera, riflessione e intensa partecipazione.Il gruppo degli organizzatori confida nella benevolenza della stagione per consentire ai numerosi partecipanti di godere profondamente il significato religioso della sacra rappresentazione fortemente voluta dall’entusiasmo e dall’impegno di giovani e non più giovani di Ossaia. Una tradizione particolarmente sentita che anche quest’anno si ripeterà.di Giuseppe Poggioni