Arezzo - Cortona - Sansepolcro

Patto per i musei fra Sansepolcro e Città di Castello.

Che tra Sansepolcro e Città di Castello ci sia rivalità, è cosa ben nota. La prima si dichiara gloriosamente toscana vantando l’antica appartenenza al Granducato; la seconda, umbra, è stata segnata maggiormente dalle tradizioni dello Stato pontificio. Non parliamo poi delle inflessioni dialettali, così inspiegabilmente differenti nonostante la vicinanza geografica. Per una volta, però, le città «regine» della Valtiberina umbra e toscana mettono da parte rivalità e campanilismi e iniziano a giocare di squadra in un campo come quello dell’arte che è il loro pezzo forte. Infatti la diocesi di Città di Castello e il comune di Sansepolcro hanno sottoscritto una convenzione per riconoscere ai visitatori dei propri musei – il Museo diocesano tifernate e il Museo civico biturgense – prezzi agevolati per i biglietti d’ingresso. In pratica chi acquisterà un tagliando d’ingresso di una delle due sedi avrà la possibilità di usufruire della riduzione nell’altra struttura museale convenzionata. «Il momento di crisi economica che stiamo vivendo anche nelle nostre zone – spiega monsignor Domenico Cancian, vescovo di Città di Castello – ci stimola a condividere le nostre ricchezze artistiche per incoraggiarci a vicenda in questa situazione di difficoltà». «Abbiamo notato che i turisti che visitano Sansepolcro e Città di Castello – aggiunge Daniele Piccini, direttore dell’Istituzione biblioteca-museo di Sansepolcro – nonostante la vicinanza geografica si fermano solo nell’una o nell’altra città. Diventa allora fondamentale fare “rete” per invitare i turisti a visitare tutta la Valtiberina e scoprire i tesori che abbiamo da offrire». Il museo civico di Sansepolcro e il museo diocesano di Città di Castello rappresentano due delle più significative realtà museali dell’Italia centrale. Insieme offrono al visitatore un percorso attraverso quattordici secoli di storia dell’arte, articolato in venticinque sale che ogni anno sono visitate da 50mila persone. Nasce così un vero e proprio percorso museale tutto tiberino a cavallo tra Medioevo e Rinascimento. In pratica sarà possibile visitare a prezzo scontato la celebre Resurrezione di Piero della Francesca, simbolo della città di Sansepolcro, e anche le opere del suo allievo Giovanni Piamonte, presenti a Città di Castello, o ancora, dopo aver ammirato il «tesoro di Canoscio», la collezione di oggetti sacri rinvenuta presso il santuario tifernate presenti nell’esposizione di Città di Castello, si potrà ammirare la croce pettorale e gli ornamenti del Volto Santo, custoditi al Museo civico biturgense. Ma l’arte può essere uno strumento della pastorale? «Direi proprio di sì, quando l’arte è arte cristiana – spiega monsignor Cancian -. Per molto tempo si utilizzava proprio l’arte per annunciare il Vangelo. La fede poi è sempre aperta al bello e a quello che può ispirare positivamente l’uomo. Specialmente in momenti difficili come questo, in cui abbiamo particolarmente sete di bellezza, l’arte può essere un’importante fonte a cui attingere». di Lorenzo Canali