Arezzo - Cortona - Sansepolcro

La casa riposo, fucina di volontari per Sansepolcro.

Operai della Buitoni, giovani studenti e casalinghe tutti uniti da un desiderio: mettersi in gioco per gli altri. È nata così, da questa volontà, quella che oggi è diventata la casa di riposo «San Lorenzo» di Sansepolcro, che ha appena spento le dieci candeline. Sono passati due lustri da quando quello che era sorta come un’intuizione di un gruppo di persone di buona volontà si è trasformata in un centro di riferimento per tutta la Valtiberina.È una storia che viene da lontano quella della casa di riposo per anziani non autosufficienti, venuta alla luce sui locali dell’ex orfanotrofio «Schianteschi» di Sansepolcro. Una storia che si lega alla tradizione di impegno e di volontariato cattolico che contraddistingue la cittadina biturgense. Proprio da questo desiderio di stare a fianco del prossimo si era costituito nel 1986 il «gruppo volontariato Sansepolcro», divenuto con il tempo sempre più consistente, che operava con iniziative e servizi in favore degli anziani e dei malati, come la visita all’ospedale o a domicilio, o l’organizzazione di feste e vacanze estive. Tra i testimoni di questo primo nucleo di volontari c’era l’allora parroco del duomo di Sansepolcro, l’attuale vescovo emerito di Grosseto, monsignor Giacomo Babini. «Il gruppo di volontari che diede vita a San Lorenzo non era un fiore nel deserto. Da sempre a Sansepolcro c’era fermento dal punto di vista del volontariato. Basti pensare alla Misericordia o al “Var” (Volontariato di animazione religiosa). L’idea di mettersi al servizio di anziani e non autosufficienti venne a Lauretta Tricca, dopo aver visto un’esperienza analoga a Città di Castello». Tra i primi volontari anche numerosi operai della Buitoni. «Negli anni ’80 – racconta monsignor Babini – l’azienda aveva messo in cassa integrazione duecento lavoratori. Tra questi c’erano molte donne giovani alcune delle quali decisero di ricominciare a costruire la loro vita unendosi al nostro gruppo di volontariato».Dal forte impegno dei volontari nel 1994 nasce la cooperativa sociale «San Lorenzo» che, presso l’ex Schianteschi, apre una casa di accoglienza diurna. Nel 1999 poi arriva la svolta: grazie al contributo di tutta la città, con il coordinamento del nuovo parroco del duomo biturgense, monsignor Giovacchino Dallara, viene ristrutturato l’intero plesso dell’ex orfanotrofio e nasce la casa di riposo, alla quale si aggiungerà anche un nucleo per malati di Alzheimer. Strutture che operano in convenzione con la Asl8. Con il tempo il centro San Lorenzo non ha perso la propria natura originaria: ancora oggi al suo interno operano, accanto al personale, volontari provenienti da tutta la Valtiberina. Dal «San Lorenzo» inoltre sono passati per anni decine e decine di obiettori di coscienza ed oggi è divenuto l’unico centro della Valtiberina convenzionato con la Caritas diocesana per il servizio civile volontario. Continuando così a soddisfare quel desiderio di mettersi in gioco per gli altri.