Arezzo - Cortona - Sansepolcro
Dieci anni di messaggi per il patrono.
«Per noi dire San Donato non significa solo ricordare il santo patrono della città, ma riconoscere la nostra identità storica. Arezzo e San Donato sono un binomio inscindibile». Sono queste le parole pronunciate da monsignor Gualtiero Bassetti nell’omelia di una delle sue prime feste di San Donato celebrate in diocesi. Era l’agosto del 2000, anno giubilare. Da allora sono passati due lustri, ma con i suoi messaggi ai fedeli il presule ha continuato a «segnare» la solennità del patrono diocesano, così come farà quest’anno nel giorno del suo saluto alla diocesi. Significativo il suo intervento contro la prostituzione nell’omelia del 2006: «La prostituzione è una piaga sociale che annulla la dignità della persona e la riduce a puro oggetto di piacere rudimentale e le pur positive azioni degli organismi di polizia non possono bastare a sradicare». In quell’occasione il vescovo Bassetti deplorò anche «una cultura edonistica che si nutre di un vero e proprio commercio dei corpi e che, di fatto, alimenta la prostituzione». «Una città a misura d’uomo» in cui i diritti siano davvero garantiti, l’emarginazione venga combattuta, la solidarietà sia il criterio che ispira l’agire comune e la politica non si chiuda in se stessa, era stato invece il tema del messaggio diffuso dodici mesi più tardi sempre in occasione della festa di San Donato. Tra i temi affrontati nelle celebrazioni in duomo e nella pieve di Santa Maria anche le «nuove povertà». «Lo scenario della povertà – aveva detto Bassetti – tende ad allargarsi, se aggiungiamo alle povertà tradizionali quelle che investono le categorie non prive di risorse economiche, ma esposte alla disperazione del non senso, all’insidia degli stupefacenti, all’abbandono nell’età avanzata o nella malattia, all’emarginazione o alla discriminazione». Giovani, «falsi profeti», sfruttamento dell’immigrazione nell’aretino e case fatiscenti pagate a peso d’oro erano stati al centro delle omelie dello scorso anno. «I modelli del successo facile presentati dai mass-media, le scorciatoie come l’uso dell’alcool e degli stupefacenti, le esperienze di ebbrezza e di piacere immediato come un’affettività mordi e fuggi, e il diffuso benessere che, nonostante i segnali di crisi economica, continua a esserci nell’aretino e ad essere percepito con facilità dai giovani rappresentano percorsi di soddisfazione a basso prezzo».