Arezzo - Cortona - Sansepolcro

Sestino in festa con i capolavori di Monterone.

A un anno di distanza dalla riapertura della chiesa parrocchiale del borgo medievale di Monterone di Sestino tutto Monterone è «sceso in piazza», anzi è salito all’apice del borgo per godersi due capolavori tornati ad arricchire la sua chiesa. Si tratta di un quadro di Donato Mascagni, datato 1602, rappresentante l’Assunta tra una corona di angeli e vari personaggi e santi. Mascagni, artista fiorentino, ha lavorato non solo a Firenze, dove era incardinato come frate servita, nel convento della Santissima Annunziata, ma in varie zone d’Italia e in importanti luoghi: a Salisburgo, in Spagna, al Quirinale. L’opera ricca di colori, è stata restaurata dallo studio De Ritis di Sansepolcro.E’ tornato in tutto il suo splendore di «macchina da suoni» anche l’organo, del 1736, restaurato dall’officina «Ars organi» di Foligno.Un organo di importanza storica, realizzata dai fratelli Fedeli di Camerino, che ha mantenuto intatto il suo suono caloroso, il timbro delle sue canne. È l’organo più antico della medievale provincia della Massa Trabaria e tra i «documenti storici» musicali più preziosi della diocesi aretina. L’evento, ha apportato argomenti per fare del restaurato «castrum» di Monterone- porta d’ingresso in Toscana per quanti provengono dalle zone adriatiche- il «borgo» più integro e interessante , architettonicamente, dell’Appennino centro/italico, meta ricercata da estimatori di «case storiche» e nell’aprile scorso è stato ufficializzato come «Castello del liuto», per le attività musicali che vi si svolgono.Animatori non solo della serata ma delle attività che sono state poste in opera per la bella chiesa settecentesca in stile neoclassico, monsignor Giovacchino Dallara vicario generale, il parroco don Pio Gabiccini, con una intensa partecipazione di tutta la comunità parrocchiale.Ciò conferma anche una antica e salda tradizione, giacchè la chiesa fu voluta e costruita dal parroco Cherubino Cherubini e inaugurata nel 1795.I tre preziosi quadri che adornano i tre altari furono donati da famiglie locali, così pure l’organo, un artistico fonte battesimale e le campane. Non a caso Monterone, nel tempo, ha sottolineato monsignor Dallara, Monterone ha dato alla chiesa numerosi sacerdoti. E alla inaugurazione ultima ben tre erano presenti, provenienti dalla diocesi aretina e dalle Marche. Un ulteriore motivo di festa per questo «angolo» di diocesi.Giancarlo Renzi