Più che le sue porte, Cortona aprirà il suo cuore all’arcivescovo Riccardo Fontana, quando, domenica 20 settembre, farà il suo ingresso in città e inizierà il suo ministero episcopale con la celebrazione eucaristica nella Concattedrale di Santa Maria Assunta. Dopo l’accoglienza festosa e entusiasta riservatagli nella Cattedrale di Arezzo domenica 13 settembre, vivrà un altro gioioso incontro con la comunità di Cortona.Il programma di domenica prevede alle 17, a Camucia, in piazza Cristo Re, l’accoglienza e il saluto all’arcivescovo Fontana. Da qui partirà il corteo di auto verso Cortona fino al largo Beato Angelico. Alle 17.30 comincerà la processione per via Nazionale fino a piazza della Repubblica dove l’arcivescovo riceverà il saluto del sindaco Andrea Vignini. Seguirà una esibizione degli sbandieratori. Alle 18 si svolgerà la solenne concelebrazione eucaristica.Per esprimerci in termini giornalistici attuali, per quanto abusati, possiamo dire che si è conclusa l’era Bassetti (che peraltro lascia un ricordo incancellabile e l’indicazione di un cammino pastorale tutto da proseguire) e incomincia l’era Fontana. Ma non si volta pagina, il percorso rimane invariato: la strada da seguire è sempre quella della Parola di Dio, luce di vita, fonte di speranza, forza di carità. E se nell’animo rimane il ricordo e l’affetto riconoscente per Bassetti, ciò non impedirà di essere un cuor solo e un’anima sola con l’arcivescovo Fontana offrendogli tutta la piena disponibilità e la più cordiale collaborazione perché da questa «fontana» possiamo attingere l’acqua della verità e la forza della fede.Il nostro sincero saluto di benvenuto, dunque, al nostro nuovo vescovo in particolare da parte dei degenti nelle nostre case di cura e da parte delle comunità straniere di varie fedi e di varie culture che ormai da decenni sono parte integrante del nostro territorio. Tutti insieme le diciamo: Benvenuto fra noi.Quando farà il solenne ingresso in quella per cinquecento anni è stata la nostra Cattedrale, insieme a tanti di noi, sarà accolto dalla Vergine che troneggia, Assunta in cielo, dall’alto della vetrata posta nell’abside. Con la Madonna ci saranno i nostri santi, beati e molti dei nostri vescovi che riposano nel comune sepolcro voluto da monsignor Giuseppe Franciolini, predecessore di Fontana in questa cattedra vescovile.E chissà che, nell’ingresso in cattedrale, non aleggerà anche l’anima santa di Vincenzo martire che, al dire di alcuni storici di buona fama, dovrebbe essere stato il capostipite sulla cattedra vescovile di Cortona. Ma Cortona, elevata a diocesi nel 1325 da papa Giovanni XXII, era già stata una sede vescovile in epoca paleocristiana?A tal proposito facciamo rispondere lo storico Angelo Tafi: «Non credo possano esistere dubbi sulla presenza, in questo punto della città (dove attualmente sorge la Cattedrale, Ndr), di una chiesa battesimale paleocristiana, costruita probabilmente sopra un tempio pagano. La tradizione cortonese a questo riguardo appare attendibile anche se una esplorazione archeologica accurata sarebbe del tutto da auspicare. Con grande probabilità Cortona divenne sede vescovile fin dalla seconda metà del III secolo e lo rimase fino a circa il VI secolo. Nel IV secolo, dopo la pace costantiniana, una chiesa martiriale sorse dove si trovava la tomba di san Vincenzo, vescovo di Cortona e martire della persecuzione di Diocleziano. Ma questa venerata tomba e questa chiesa si trovavano fuori le mura della città e si può essere sicuri che all’interno di essa sorsero ben presto altre chiese cristiane edificate dove si trovavano edifici del culto pagano ormai abbandonati».Tra queste certamente la Pieve di Santa Maria (l’attuale chiesa cattedrale), edificata sopra un tempio pagano, posto in splendida pozione sul pomerio a ridosso delle mura cittadine. «Quando tra il V e il VI secolo la diocesi cortonese scomparve per la decadenza della città e il rarefarsi della popolazione continua Tafi la nostra chiesa di Santa Maria divenne la pieve urbana di Cortona e da essa vennero a dipendere le altre chiese della città e del suburbio». È l’antica chiesa di San Vincenzo, che i cortonesi chiamano tuttora «Duomo vecchio», a conferma di una ben radicata tradizione? Fu fatta sciaguratamente abbattere dal granduca Pietro Leopoldo nel 1785. Al suo posto, con tracce ancora visibili dell’antica costruzione, sorge un villino con orto e giardino sulla strada che scende a valle, fuori delle mura cittadine, e che significativamente si chiama «Via del Duomo Vecchio». Della chiesa di San Vincenzo ci rimane solo un provvidenziale disegno di Pietro Berrettini del 1634.di Benito Chiarabolli