Arezzo - Cortona - Sansepolcro

Il nostro pastore.

Con i monaci di Camaldoli.Dall’arcidiocesi di Spoleto-Norcia, terra natale di san Benedetto, alla diocesi che ospita una delle esperienze monastiche più significative di matrice benedettina. Riccardo Fontana ha deciso di iniziare il suo ministero episcopale nella nostra Chiesa partendo da Camaldoli dove alle 7 di domenica ha recitato il Mattutino con i monaci. «Grazie per aver cominciato la sua missione da qui», ha detto all’arcivescovo padre Bernardino Cozzarini, priore di Camaldoli e priore generale della Congregazione camaldolese. Nella parrocchia di Serravalle.La prima parrocchia che Fontana ha incontrato nel suo itinerario verso Arezzo è stata quella di San Niccolò a Serravalle guidata da don Francesco Cecconi. L’arcivescovo è stato accolto dalla comunità e anche dalla banda. Una volta entrato nella chiesa, è stato salutato con un lungo applauso. I bambini del catechismo gli hanno consegnato un manifesto che racconta la «loro» esperienza ecclesiale. «La parrocchia di montagna è il cuore – ha detto Fontana – e dimostra che la Chiesa la facciamo insieme». Fra gli anziani di Gargonza.Uno dei tre luoghi scelti da Riccardo Fontana per toccare con mano le esperienze in cui la diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro si fa testimone di carità è la casa di riposo «Santa Maria Maddalena» di Gargonza, nel comune di Monte San Savino. L’arcivescovo ci è entrato per incontrare i suoi ospiti fra cui il vescovo emerito di Arezzo, Giovanni D’Ascenzi. Una anziana ha salutato il pastore con un brano al pianoforte. Parole di apprezzamento sono state rivolte da Fontana alle suore Orsoline francescane che gestiscono la struttura. Con gli «ospiti» di Agazzi.Avevano da poco terminato la Messa all’aperto quando Riccardo Fontana è arrivato nell’istituto di riabilitazione di Agazzi per salutare giovani e meno giovani che frequentano la struttura alla periferia di Arezzo. Nel prato ha abbracciato gli ospiti e ha pregato con loro. Poi la visita all’istituto. «Il rischio che corrono i più deboli nella società di oggi – ha detto l’arcivescovo ai responsabili del centro – è quello dell’emarginazione: anche nelle famiglie gli anziani o i disabili possono essere messi ai margini». La «sosta» al Sacro Cuore.La prima comunità parrocchiale di Arezzo in cui l’arcivescovo si è fermato è stata quella del Sacro Cuore e Santa Teresa Margherita Redi in piazza Giotto. Prima di visitare la mensa Caritas, Fontana ha voluto salutare i fedeli e il parroco don Angelo Chiasserini al termine della Messa domenicale delle 11.30. In sagrestia ha incontrato alcuni bambini con i loro genitori. Poi ha distribuito ai più piccoli i cioccolatini, secondo l’usanza della parrocchia. Sul sagrato ha stretto le mani ad alcuni abitanti del quartiere. Con gli «ultimi»  della mensa Caritas.A mezzogiorno di domenica Riccardo Fontana si è seduto fra i tavoli della mensa Caritas. Lo aveva chiesto lui stesso di poter essere presente in mezzo ai poveri della città che ogni giorno ricevono un pasto nel sottochiesa di piazza Giotto ad Arezzo. Gli ospiti» con cui si è intrattenuto sono stati gli immigrati ma anche i residenti della zona che frequentano la mensa. Quindi l’abbraccio con la direttrice della Caritas diocesana, suor Rosalba Sacchi, e la visita alla cucina per ringraziare i volontari. «Chiedo di essere  cittadino di Arezzo».In piazza della Libertà, alle 17, è avvenuto l’incontro con i rappresentanti delle istituzioni. Un appuntamento preceduto dall’esibizione di un gruppo di giovanissimo sbandieratori. Di fronte al municipio di Arezzo e al palazzo della Provincia, l’arcivescovo ha chiesto al sindaco Giuseppe Fanfani di essere inserito fra i cittadini di Arezzo consegnandogli anche una lettera. Nel suo intervento, Fontana ha definito la piazza la «casa di ciascuno» e il «simbolo del bene comune». Il passaggio  del pastorale.Alle 17.45 è cominciata nella Cattedrale di Arezzo la solenne celebrazione eucaristica per l’inizio del ministero episcopale di Riccardo Fontana in diocesi. Accolto da 2mila fedeli, l’arcivescovo ha ricevuto il pastorale dal suo predecessore, Gualtiero Bassetti, e si è seduto sulla cattedra che è stata di san Satiro e del patrono san Donato. La Messa si è conclusa nella cappella della Madonna del Conforto dove Fontana ha reso omaggio alla Vergine e ha impartito la benedizione.