Arezzo - Cortona - Sansepolcro

«Fare spazio allo Spirito per ascoltare le sofferenze».

«Come Pietro a Giaffa, anche a noi è chiesto di fare spazio allo Spirito, nella consapevolezza della nostra identità, nell’ascolto delle sofferenze con le quali la società ci interpella, nella missione che ci attende». Con queste parole pronunciate all’inizio della sua omelia l’arcivescovo Riccardo Fontana ha mosso i suoi primi passi da vescovo nella diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro. L’inizio del suo ministero episcopale nella Chiesa che Benedetto XVI gli ha affidato è avvenuto domenica 13 settembre.Un ritorno nella «sua» Toscana dove è nato 62 anni fa a Forte dei Marmi. Lo ha sottolineato proprio l’arcivescovo nel suo saluto alle istituzioni in piazza della Libertà dove si affacciano il municipio di Arezzo e il palazzo della Provincia. Rivolgendosi al sindaco Giuseppe Fanfani, Fontana ha detto di volgersi mettere «accanto ai molti migranti che vengono da luoghi diversi con l’intenzione di ben operare in questo territorio». Erano presenti al saluto il presidente della Provincia, Roberto Vasai, il prefetto Salvatore Montanaro, il sindaco di Spoleto Daniele Benedetti e il primo cittadino di Forte dei Marmi Umberto Buratti. Con loro anche il presidente del Pontificio consiglio Giustizia e Pace, cardinale Renato Raffaele Martino, legato a Fontana da una profonda amicizia, che ha sottolineato come l’arcivescovo sia «un apostolo della dottrina sociale della Chiesa che può essere riassunta nello sviluppo integrale della persona».Per tredici anni alla guida dell’arcidiocesi di Spoleto-Norcia, Fontana ha ricevuto il pastorale dalle mani di Gualtiero Bassetti, suo predecessore in terra aretina e arcivescovo eletto di Perugia-Città della Pieve. «Ti accorgerai – ha spiegato Bassetti – che qui il vescovo è per tutti un punto di riferimento autorevole anche per l’ambito civile e i suoi interventi sono seguiti, valutati, apprezzati e possono contribuire al bene di tutti». Parole di benvenuto pronunciate durante la Messa solenne di domenica pomeriggio nella Cattedrale di Arezzo cui hanno partecipato oltre 2mila fedeli. Hanno concelebrato l’arcivescovo metropolita di Firenze, Giuseppe Betori, e trentadue vescovi.La giornata di Fontana era cominciata nel monastero benedettino di Camaldoli fondato da san Romulado con il Mattutino recitato alle 7 assieme alla comunità. «Vengo con gioia per svolgere la mia missione – ha detto il presule di fronte ai monaci –. Il compito del vescovo è quello di affacciarsi sul Sepolcro e mostrare a tutti che Gesù è vivo». Poi l’incontro con la prima parrocchia della diocesi: quella di Serravalle. Ad accoglierlo il parroco don Francesco Cecconi, la banda, il sindaco di Bibbiena Daniele Bernardini e numerosi fedeli. Nella chiesa i bambini hanno donato a Fontana un manifesto di benvenuto. Quindi la sosta non prevista a Subbiano con don Giuliano Francioli.A seguire la visita a tre luoghi di testimonianza della carità: la casa di riposo di Gargonza in cui Fontana ha abbracciato l’emerito di Arezzo, Giovanni D’Ascenzi, l’istituto di riabilitazione per portatori di handicap di Agazzi gestito dai padri Passionisti e la mensa Caritas nella parrocchia del Sacro Cuore ad Arezzo che ha visitato accompagnato dal parroco don Angelo Chiasserini e dalla direttrice della Caritas diocesana, suor Rosalba Sacchi.Tra i temi toccati da Fontana nell’omelia l’emergenza educativa, la «coesione» del presbiterio, il ruolo del laicato cristiano «chiamato, con specifica vocazione, a edificare la società». Alla celebrazione in Cattedrale erano presenti circa duecento sacerdoti. Dopo la Comunione, il vicario generale, monsignor Giovacchino Dallara, ha consegnato a Fontana la croce pettorale donata dalla diocesi. La Messa si è conclusa con l’omaggio alla Vergine nella cappella della Madonna del Conforto.di Lorenzo Canali